Passaggio del testimone nel segno della continuità al vertice della Cooperativa Braccianti Riminese, dove Giampiero Boschetti ha lasciato la carica di presidente al direttore amministrativo Valerio Brighi
«La nostra è ancora una cooperativa vera, ogni anno ci mettiamo in gioco e i soci decidono»
Cambio al vertice della Cooperativa braccianti riminese. L’11 luglio il Consiglio di amministrazione ha ufficializzato la nomina a presidente di Valerio Brighi, che succede a Giampiero Boschetti. Un passaggio di testimone nel segno della continuità: Brighi, 48enne direttore amministrativo e consigliere della cooperativa e del Gruppo, lavora da oltre 28 anni in Cbr al fianco di Boschetti, che resterà all’interno della cooperativa e del Cda. Con il suo predecessore, il neopresidente ha condiviso sin dall’inizio il proprio percorso in cooperativa. Assunto a 19 anni con un colloquio proprio da Boschetti, insieme hanno poi conseguito la prima laurea in Scienze politiche (“in corso, e come studenti lavoratori”) nella sede di Forlì dell’Università di Bologna.
Quella di lasciare la presidenza, concordata con l’assemblea, è «una scelta anche di vita», sorride Boschetti, che era diventato presidente nel difficile 2008, proprio nel momento in cui la crisi aveva iniziato a mordere. La sua presidenza ha saputo guidare la Cbr attraverso alcuni degli anni più duri della propria lunga storia. «La parola chiave è coraggio», afferma . Abbiamo avuto il coraggio di tenere la barra ferma, di non mollare. Ci sono cooperative che hanno chiuso perché gli stessi soci per primi non ci hanno creduto più, anche se non erano disastrate. Noi abbiamo chiesto anche grossi sacrifici ai soci, ma tutti hanno continuato a crederci e ad avere fiducia. Oggi il bilancio consente ai soci e dipendenti di guardare sereni al prossimo periodo».
Sono stati fatti interventi “di lacrime e sangue”, riconosce Boschetti. «Non abbiamo mai abbandonato un lavoro, ma abbiamo scelto di fare meno produzione e abbiamo fatto ricorso agli ammortizzatori sociali riducendo il personale. Avevamo un sistema premiante per i soci molto importante e dal 2013 abbiamo scelto di ridurre i premi».
Cbr ha saputo riposizionarsi mentre il settore delle cooperative di produzione e lavoro veniva falcidiato dalla crisi. «Ci siamo posizionati su lavori di manutenzione reti. E abbiamo deciso di non lavorare sul post terremoto in Emilia o nel centro Italia, eravamo impegnati in altre opere e avremmo dovuto organizzare la cooperativa in maniera diversa».
Il faro che ha guidato Boschetti è stato mantenere vivo il principio solidaristico. “Il mio pallino è sempre stato conservare il senso di appartenenza alla cooperazione. In un momento in cui con la crisi tutto diventa relativo, il patrimonio più importante è il capitale umano. Abbiamo un’altissima fidelizzazione fra i nostri soci, ci sono persone che hanno iniziato a lavorare in cooperativa, e in cooperativa vanno in pensione. La nomina a socio (una scelta in capo al Cda) ha un forte significato premiante e un’alta valenza, al di là della retribuzione. Uno degli input che ora ha Valerio è proprio sulla base sociale e l’occupazione: gli anni di crisi hanno bloccato l’assunzione di nuove figure giovani e l’età media del nostro personale è elevata. Nei prossimi due-tre anni avremo un ricambio importante, soprattutto nelle alte professionalità di cantiere».
Non a caso Valerio Brighi ha dedicato la propria tesi di laurea alla misurazione del senso di appartenenza a una cooperativa. «Sono convinto che la forza della cooperativa sia tale perché il socio sente di appartenervi», afferma il neopresidente.
«Se venisse meno questo sentimento, la cooperativa sarebbe al pari di qualsiasi impresa privata. Il socio si deve sentire padrone della cooperativa, non dipendente. La crisi ha rischiato di minare questo senso di appartenenza, e lo scopo dei prossimi anni sarà di incrementare la fidelizzazione. La nostra è ancora una cooperativa vera, ogni 3 anni ci mettiamo in gioco con le elezioni degli organi, senza candidature e libere fra tutti i soci. La partecipazione è talmente alta (alle assemblee di bilancio più del 90% dei soci) da farci dire che i soci si sentono padroni della Cbr e ne possono scegliere il futuro».
In un momento in cui il settore è pressoché scomparso, la Cbr se la cava con le proprie forze, sottolinea Brighi.
«Abbiamo ridisegnato la nostra organizzazione per un mercato mutato, con sforzi non da poco. Giampiero ha avuto il coraggio di presentare ai soci anche scelte scomode con l’obiettivo di dare continuità alla cooperativa. Dal 2014 abbiamo deciso di partecipare solo ad appalti che garantissero marginalità, riposizionandoci su lavori di manutenzione pluriennale che offrissero occupazione nel tempo alle squadre, e opere di maggiori dimensioni che dessero maggiore fatturato. Non solo nel 2015 abbiamo così avuto un bilancio sostanzialmente in pareggio, ma nel 2016 abbiamo chiuso i conti in positivo con grande soddisfazione e senza l’utilizzo di alcun ammortizzatore sociale».
Giorgia Gianni
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