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Uno studio sulla Bella di Cesena

Continua l'impegno di Possibile per il recupero della storica pesca. Nel dibattito si inserisce un intervento del Crpv

Il recupero della Bella di Cesena è uno degli obiettivi di Possibile. un dibattito che si arricchisce continuamente. Un elemento importante è una nota che Possibile ha ricevuto da parte della “CRPV Soc. Coop. – Centro Ricerche Produzioni Vegetali”, riguardante l’attività di valorizzazione della pesca Bella di Cesena. Intervento ritenuto assolutamente interessante e condiviso e che arricchisce una discussione che si sta rivelando tutt’altro che banale, anzi. Possibile ringrazia Mario Savorelli di CRPV Soc Coop per il contributo. Questo il documento.



“Il CRPV di Cesena, con la collaborazione del CRA-FRF di Magliano di Forlì, ha realizzato in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Forlì-Cesena, nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale Regionale (PSR 2007/2013) uno studio concernente le vecchie varietà autoctone. Fra queste ricordiamo la Bella di Cesena e la S.Anna Balducci, in tale ambito per ognuna delle varietà in questione, è stata effettuata una approfondita ricerca bibliografica, una scheda di identificazione con descrizioni ed immagini, l’individuazione sul territorio di piante madri sane da cui prelevare materiale riproduttivo, con la relativa analisi genetica per la loro identificazione, per la riproduzione di materiale da distribuire sul territorio provinciale ad agricoltori e semplici appassionati con l’impegno alla loro cura per almeno 10 anni.

Attualmente il materiale da mettere a dimora nel territorio della sola provincia di Forlì-Cesena è già stato distribuito manca però ad un resoconto dello stato attuale degli impianti effettuati.


Nel nuovo Psr 2013-2020 è stato approvato, coordinato dal Crpv di Cesena, un progetto dal titolo “Sviluppo di una linea commerciale legata alla biodiversità e ai prodotti ortofrutticoli del territorio” nel quale è previsto lo studio per l’individuazione di attività tese a valorizzare maggiormente le produzioni locali in modo da supportare le aziende locali nella realizzazione di una nuova rete commerciale orientata verso la  grande distribuzione per le varietà autoctone con caratteristiche organolettiche di pregio.

Le principali attività di progetto riguarderanno la individuazione delle aziende agricole che coltivano vecchie varietà locali incluse quelle reintrodotte con i progetti sulla  tutela del patrimonio di varietà autoctone del precedente PSR e l’organizzazione della raccolta e della commercializzazione attraverso la realizzazione di una piattaforma unica come riferimento per le GDO. In sintesi  gli altri obiettivi del progetto saranno in grado di:
–  permettere agli agricoltori locali di valorizzare maggiormente le loro produzioni soprattutto quelle di varietà autoctone attraverso la messa  punto di una piattaforma commerciale unica.
– un packaging che rende  particolarmente distinguibile il prodotto attraverso  l’identificazione del nome della varietà sulla confezione, delle provenienza e di una etichetta narrante che dia informazione sulla storia delle varietà  e degli aspetti nutrizionali. L’utilizzo di  nuove bioplastiche come materiale per le confezioni.
– una maggior salvaguardia delle varietà locali attualmente molto a rischio di estinzione. Dare così continuità ai progetti realizzati con i precedente PSR.    


– principali benefici/opportunità apportate dal progetto all’utilizzatore finale, che uso può essere fatto dei risultati da parte degli utilizzatori:
–  l’utilizzatore finale, cioè il consumatore, avrà la possibilità di trovare nei punti vendita delle GDO varietà locali di elevate caratteristiche qualitative oggi difficilmente reperibili, avendo in informazione  precise sull’esatta denominazione, sulla  storia, l’origine, le zone di produzione,  le modalità di coltivazione, gli aspetti nutrizionali.
–  panel test e analisi di laboratorio per il controllo della  qualità e la definizione delle varietà di maggior pregio qualitativo
–  recupero salvaguardia delle varietà a rischio di scomparse attraverso la conservazione in campi collezione per poi distribuirle agli agricoltori dopo  controllo fitosanitario e risanamento
–  messa a punto del packaging”

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