Ennesima stagione da dimenticare. I I Problemi soprattutto per pesche e nettarine. Serve una profonda riflessione
Ormai al termine di una stagione estiva caratterizzata da forte ondate di calore e dalla quasi assenza di precipitazioni, la Camera di commercio analizza l’andamento della produzione e dei relativi prezzi della frutta estiva.
I mesi estivi del 2017 si sono rivelati particolarmente critici per le produzioni frutticole. Le temperature sopra le medie stagionali, la siccità, il perdurare dell’embargo russo, associati a problematiche strutturali irrisolte, hanno notevolmente ridotto le quotazioni e la redditività della frutta di stagione, in particolare pesche e nettarine.
I dati riportati nel listino prezzi della Camera della Romagna riportano una flessione del 28% delle pesche gialle, del 27,3% delle nettarine gialle e del 30,9% di tutte le varietà di pesche. In flessione anche albicocche (-43,7%) e susine (-15,7%). Tuttavia, al di là del valore medio della flessione, assume importanza il livello di prezzo in termini assoluti che, per tutte le varietà citate, non appare minimamente remunerativo né capiente dei costi diretti di produzione.
Per arginare la situazione, a livello ministeriale ed europeo è stato disposto un ampliamento del plafond dei ritiri di prodotto.
In provincia di Forlì-Cesena la produzione di pesche e nettarine si qualifica da anni come specializzazione e vocazione territoriale; la superficie agricola dedicata (SAU) a tali produzioni nel 2017 risulta pari a circa 3.520 ettari (-4,9% rispetto al 2016); la provincia si posiziona al quarto posto nella classifica nazionale decrescente (su 110 province) per superficie in produzione di Nettarine (per 1.770 ettari, dopo le province di Ravenna, Caserta e Cuneo) e al sesto posto nella classifica nazionale decrescente (su 110 province) per superficie in produzione di Pesche (per 1.750 ettari, dopo le province di Caserta, Napoli, Agrigento, Matera e Ravenna) (fonte: ISTAT).
Il medesimo posizionamento si riscontra con riferimento alla produzione raccolta (quantità) dei due prodotti in esame; in provincia di Forlì-Cesena gli ultimi dati ISTAT (anno 2016) hanno rilevato una produzione di pesche e nettarine per circa 77.200 tonnellate (al quarto posto nella classifica nazionale su 110 province, dopo Caserta, Ravenna e Cuneo).
Per la stagione estiva 2017 le aspettative e le valutazioni degli operatori riportano una contrazione delle quantità in produzione (in termini di peso) per effetto della riduzione della SAU ma soprattutto della ridotta pezzatura, quale conseguenza dell’eccessivo caldo.
La produzione lorda vendibile di pesche e nettarine nel 2016 è stata pari a 32,9 milioni di euro (il 33,6% della PLV frutticola provinciale e il 7,0% di quella totale). A livello regionale, la PLV di pesche e nettarine prodotte in provincia di Forlì-Cesena pesa per il 21,8% del totale, al secondo posto dopo Ravenna (61,2%) che si conferma il principale produttore in regione sia per quantità sia per valore.
I segnali e gli effetti della crisi strutturale del comparto frutticolo locale sono evidenti e manifesti già da anni. Infatti, dal 2006, a fronte di un dimezzamento delle superfici in produzione (-50,2%) la PLV a valori nominali di pesche e nettarine si è ridotta di più della metà (il 56%), mentre la flessione è pari al 61,7% se considerata a valori reali (vale a dire depurati dall’effetto dell’inflazione). Il peso della PLV provinciale di pesche e nettarine sulla PLV totale si è pressoché dimezzato (dal 14,8% del 2006 al 7,0% del 2016), mentre l’incidenza della PLV di pesche e nettarine sulle colture frutticole si è ridimensionata (dal 55,1% al 33,6%).
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