Molte aree disponibili e nessuna richiesta. Nuovo Prg in arrivo: consumo zero del territorio. Tutto si giocherà sulle ristrutturazioni. Attenzione a non esagerare con gli indici
Non si sa quando, ma entro il prossimo anno verrà presentato il nuovo piano regolatore. Sarà a consumo zero del territorio. Non tanto o perché è previsto dalla nuova legge regionale, ma perché questa è la filosofia della giunta.
Consumo zero del territorio e rigenerazione urbana sono i mantra di Orazio Moretti, assessore all’Urbanistica. Idea rafforzata dal fatto che di richiesta di nuove aree edificabili non ce ne è neppure l’ombra.
L’abitativo continua ad avere enormi problemi. Non solo c’è tantissimo invenduto. Ci sono anche tanti immobili in pancia alle banche che, a loro volta, faticano a piazzarli. Quindi è difficile immaginare che ci sia bisogno di nuove aree. Prima di pensare di sbloccarne delle nuove dovrebbero essere consumate quelle sbloccate dal precedente piano regolatore. Che erano tante.
Tutto nasce dalla scelta fatta da Giorgio Andreucci, assessore e padre del Prg ancora in vigore. Per dare spazio al libero mercato aveva previsto tante aree edificabili. Potevano rispondere alla necessità di una città di circa 150 mila abitanti.
Ed iniziò il mercato delle aree. Molte finirono nelle mani di immobiliaristi che avevano intenzione di ricavarne degli utili attraverso la compravendita. Molti, fra l’altro, erano semplici investitori provenienti da altri settori. Tutto è andato bene fin quando non è arrivata la crisi che ha rovesciato la situazione: la proprietà delle aree edificabili non è stata più una ricchezza, ma una tassa.
Comunque dopo sette o otto anni del piano era stato realizzato solo il dieci per cento del previsto. Poi è arrivata la crisi che ha bloccato tutto. E da allora non è che sia stato fatto molto. Le aree continuano ad essere ferme e di progetti in Comune non ne arrivano. Quindi di terreni a disposizione c’è ne sono a bizzeffe. A partire da alcuni grandi comparti. L’ex mercato ortofrutticolo e aree limitrofe per primo. Poi c’è l’area Sacim a Torre del Moro, oppure quella di fronte alla Comet dove è prevista anche la chiesa che dovrebbe unificare le parrocchie di Torre del Moro e Diegaro. Ma sono solo alcuni esempi.
Insomma, le aree sono più che eccedenti anche in considerazione del fatto che adesso il mercato dell’abitativo si concentra quasi esclusivamente sulla ristrutturazione dell’esistente. E, in questo comparto, ci sarebbe tanto da fare. A partire da due zone: il campino di San Rocco e la Fiorita. Non a caso gli esperti del settore ritengono che il mercato del nuovo potrebbe restare bloccato per i prossimi dieci anni.
Quindi il nuovo piano più che sulle aree si giocherà sugli indici di edificabilità. Va da sé che una casa ad uno o, massimo, due piani non potrà diventare un albero di trenta piani. Ma un premio alla riqualificazione è scontato. Non a caso lo prevede anche la legge regionale. Però, attenzione a non esagerare.
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