Studio di Ernst &Young presentato al Forum dell'economia. Serve lavorare sull'internazionalizzazione
Romagna promossa da Ernst & Young. Nel corso del primo forum dell’economia (organizzato da Cesena fiera) Donato Iacovone, Ad di Ernst & Young, ha presentato un’elaborazione che misura la potenzialità economica e la competitività delle Regioni d’Europa attraverso cinquanta indicatori.
Ebbene, emerge che la Romagna ha un’alta competitività del sistema economico, un’ottima educazione di base, stabilità macroeconomica superiore al dato nazionale, un tasso di laureati superiori alla media Italiana e bassa quota di occupati in attività economica.
Ma c’è un problema: scarsa apertura all’internazionalizzazione e è una visione poco globale.
Iacovone ha detto: “L’elevata competitività di quasi dieci punti sopra la media nazionale è la quantità e la qualità di startup, le efficaci politiche di welfare aziendali, insieme agli importanti investimenti legati all’innovazione e all’industria 4.0 testimoniano che la Romagna è un esempio di eccellenza nel nostro Paese. Anche la salute e il benessere registrano ottimi livelli e la qualità della vita dell’area attrae flussi turistici”.
Quindi, secondo Iacovone “La Romagna rappresenta un territorio con molto potenziale, ma per poter continuare a crescere e svilupparsi è fondamentale si apra ai mercati esteri. Deve diventare un territorio con una visione globale”.
Secondo Iacovone punto di forza della Romagna è il capitale umano, grazie alle competenze e al livello di istruzione della popolazione. C’è un elevato dato di partecipazione scolastica e la presenza dei giovani laureati è superiore alla media nazionale e regionale. Di contro, la partecipazione all’istruzione universitaria scientifica e tecnica è inferiore alla media italiana, così come è assai la quota di occupati in attività economica.
Il territorio dimostra un’imprenditorialità più diffusa rispetto al dato nazionale e regionale sia per quanto riguarda le imprese attive che per la diffusione di startup innovative. Ma ci sono criticità: poche Pmi innovative, assenti gli incubatori certificati, minor propensione a registrare marchi e minor diffusione di attività professionali nel sistema economico.
Questo post è stato letto 187 volte