Rubrica del figlio di Spartacus su analisi e retroscena della politica
L’ultimo periodo della mia esperienza lavorativa al Corriere è stata caratterizzata dalla presenza di Spartacus. È andato in pensione con me e non ne vuole sapere di tornare. Nonostante lo abbia sollecitato più volte. L’invito però lo ha raccolto suo figlio che, non a cadenza fissa, vuole provare a cimentarsi puntando, come sue padre, su retroscena e analisi politici ed economici. Questo il suo primo pezzo.
Il quadro politico di Cesena sta subendo un’accelerazione. Nulla di deciso, naturalmente, anche perché le elezioni politiche del 2018 sono lì dietro l’angolo, ma molti degli sconquassi di questi giorni ci lasciano in eredità già alcuni punti fermi.
Il centrodestra. Marco Casali ha raggiunto il proprio obiettivo: quello di mettersi a capo di un centrodestra populista e a trazione Lega/Fratelli d’Italia. Sapeva bene di non rappresentare più Forza Italia a livello locale ed ha preso atto della situazione, prima emarginando e poi allontanando nei fatti Gilberto Zoffoli, che invece è espressione (personale e politica) di una parte di città che nel populismo non potrà mai riconoscersi. Ma ha fatto anche qualche errore clamoroso: mentre Zoffoli aveva costruito una “rete” con i Consiglieri di quartiere e gli esperti in Commissione, Casali ha spesso interagito attraverso i social e basta. D’altra parte Libera Cesena non ha nemmeno una sede (e neppure ce l’ha Forza Italia)… Il dibattito in Consiglio comunale sui valori dell’antifascismo (al di là dell’imbarazzo per l’atteggiamento di Casali nei confronti di Zoffoli, durante le riunioni che hanno portato tutti a compattarsi, certificando inequivocabilmente l’isolamento del centrodestra) ha quasi fisicamente costruito il muro, segnalando la prevalenza in quello schieramento degli atteggiamenti imposti dalla Lega (Antonella Celletti?) e da Fratelli d’Italia (Patrizia Ricci). Per avere la conferma di questo quadro, basterà dare un’occhiata ai partecipanti alla “Cena anticomunista” organizzata dalla Ricci…
Il resto del centrodestra. Ora resta da capire cosa accadrà di Stefano Spinelli il quale (anche nella riunione politica prevista per venerdì sera), dovrà riuscire a spiegare al suo mondo (quello di Cielle) cosa ci stia a fare in un Gruppo che nulla c’entra con i suoi valori. E questa volta non potrà sistemare tutto rifacendosi a temi giuridico/costituzionali… Casali è contento dell’esito? Si, forse è l’unico ad esserlo. Perché ha ipotecato la candidatura a Sindaco nel 2019. In una lista qualunque, non avrebbe mai ottenuto le preferenze per rientrare in Consiglio. Così, invece, da candidato Sindaco per conto di Lega e Fratelli d’Italia in Consiglio comunale ci rientrerà certamente. E’ un pensiero copia/incolla di quello che fece nel 2009 Luigi Di Placido, alleandosi con una Lega Nord della quale non condivideva neppure il colore dei fazzoletti…
Gilberto Zoffoli: ha fatto goal, mettendo assieme un movimento equilibrato, già radicato nel territorio (Acli, parrocchie, Caritas, soprattutto, ma anche professionisti). E dietro di sé ha i repubblicani, il che a Cesena non è poco. Sa di non poter fare il candidato Sindaco nel 2019 (sarebbe destinato all’irrilevanza e poi ha capito che a lui riesce meglio il gioco di squadra che quello da solista), ma sa anche di avere assunto un ruolo rilevante nello scacchiere politico cesenate e romagnolo, poiché dopo il caso di Rimini (PIzzolante docet) e di Imola (lista cattolica di supporto al centrosinistra sin dal 2010), è il terzo pezzo di un puzzle politico interessante, seguito con grande attenzione anche da Roma (Casini, soprattutto).
M5S – E’ una nebulosa strana, della quale si sa quasi nulla. Ha almeno tre problemi, però. Uno dell’oggi: Natascia Guiduzzi con il voto in Consiglio comunale ha contribuito a “smontare” il centrodestra ed ora le battaglie e le sceneggiate consiliari (dall’Aventino in poi) avranno meno peso, perché difficilmente troveranno una compattezza totale tra le opposizioni. In sostanza, guardando il dito e non la luna, è caduta nella trappola del Sindaco, che l’ha sfidata sui valori antifascisti ed ha poi accettato in toto il suo emendamento, portandola ad essere proprio lei la protagonista della scissione di Zoffoli. Uno dei problemi è del domani: l’abuso edilizio nella sede dei 5 stelle, di proprietà di Andrea Suzzi Barberini, ne mette a rischio la candidatura che, con una denuncia sul groppone, ha ben meno forza. Il terzo problema è collegato a questo: la denuncia è arrivata da ambienti grillini (nessun altro poteva essere entrato nella loro sede) e questo identifica con chiarezza il solito film già visto in questi anni e cioè una ribellione silenziosa allo strapotere di Natascia Guiduzzi, del marito Adamo e del loro (ristrettissimo) clan. Saprà Natascia (che non è ricandidabile, perché sarebbe al terzo mandato) cavarsela a anche questa volta? I “venticelli” interni al MoVimento raccontano come anche Casaleggio and c. si stiano un po’ stancando.
Cesena Siamo Noi – tra l’altro da Milano e Roma il Movimento sta guardando con grande attenzione a “Cesena siamo noi”, costituito in primis proprio da ex grillini. Al di là della sceneggiata della sede appena inaugurata (altro non sarà che il “bar” di Faggiotto, che ha sempre molto tempo libero), lì viene identificato un nuovo più nuovo di Natascia e dei suoi famigliari. Ma anche in Cesena Siamo noi le cose non vanno tutte lisce. Consapevoli di avere davanti una prateria elettorale (e di poter in nuce superare anche i grillini), tra i dirigenti della lista è iniziata la rincorsa al chi sarà il candidato Sindaco. Per ora è in testa Vittorio Valletta, ma le sue ultime uscite innervosite, dimostrano come non si senta più così sicuro, perché Giangrandi e Faggiotto “spingono forte”. Ed anche Vania Santi non è poi così disponibile e fare un passo indietro automatico. Insomma, anche qui se ne vedranno delle belle…
Pd – tutti attendono le elezioni politiche, per capire con che Pd si avrà a che fare a Cesena. In effetti il “partitone” sino a qui è stato compatto in tutte le scelte (e la situazione di Forlì certifica inequivocabilmente, come non sia per nulla scontato), ma i nodi al pettine saranno tutti collegati alla scelta dei parlamentari (Cesena ne ha tre attualmente, Gozi, Valdinosi, Lattuca e non può certo pensare di confermarne più di uno, al massimo due) e poi del candidato Sindaco (con in corsa Lattuca, Benedetti, Montalti, Landi). Sino a ora il Pd se l’è sempre cavata, ma utilizzando le capacità di dialogo (ed anche il cattivo carattere) del Sindaco Lucchi, che però ha deciso che nel 2019 tornerà alla vita civile (è ormai una moda, come Di Battista conferma?), tanto che (non lo sa nessuno) sta facendo un corso da barista per prepararsi alla prima estate in hotel con la moglie. Riusciranno i nuovi giovani leoni a cavarsela senza il più anziano di loro?
La sinistra – nel marasma nazionale di rapporti “guerreggiati” Pd/Mdp, Cesena è una mosca bianca. Non perché qui non ci siano tensioni politiche, ma perché almeno i i rapporti personali tra Zuccatelli, Biguzzi, il gruppo consiliare del Pd, la Giunta, il Sindaco, continuano a essere molto buoni. Certo il quadro nazionale inciderà sul futuro ma, almeno per ora, non si sono accesi le luci lampeggianti di segnale pericolo, che invece sono attive in molte città (anche della Romagna).
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