Se ne parla poco, ma è l'ipotesi più probabile per le prossime amministrative
Non ci sono sondaggi che permettono di fare previsioni sulle amministrative del 2019. La rilevazione vera e propria saranno le politiche di primavera. È vero che quello nazionale è un voto diverso da quello locale. Ma la tendenza sarà abbastanza chiara. Quindi da marzo (pare si voterà il quattro) si potranno fare discorsi più approfonditi.
Adesso è possibile solo fare delle ipotesi. Non sono uno scommettitore (non giocavo neanche al totocalcio), ma se proprio dovessi scommettere punterei sul ballottaggio. In casa Pd non ne vogliono parlare, ma credo che si dovranno abituare all’idea. Ma non è un problema di Cesena. È una tendenza che c’è in tutta Italia.
Però c’è ballottaggio e ballottaggio. Analizzando l’argomento, una persona che stimo e della quale mi fido, ha detto: “Un conto è andarci dopo aver conquistato (il Pd ndr) il 40 per cento al primo turno, un altro dopo aver ottenuto più del 45 per cento”.
A Cesena in questo momento il centrosinistra allargato pare sia accreditato di poco più del 45 per cento.
Tutto lascia credere che il Pd se la dovrà vedere con i 5Stelle che potrebbero oscillare fra il 15 e il 18 per cento. La cifra è una sorta di mix fra la tendenza nazionale e la quota che perderanno per la presenza di “Cesena siamo noi” che pesca nello stesso bacino.
A proposito di 5Stelle. È in arrivo il tour di Grillo. Si esibirà al Vidia. Scelta che mi ha sorpreso. Pensavo che il luogo ideale fosse il Carisport che dispone di moltissimi posti in più rispetto al locale di San Vittore. Sembra quasi (ma di certo non sarà così) che il Beppe nazionale non si fidi del traino che ci potrà essere dai 5Stelle locali.
Per la verità, tornando alle cose di Cesena, un 5Stelle depotenziato potrebbe essere superato dal centrodestra, come, del resto, è successo nel 2014. Però, in questo momento, è difficile ipotizzare la presenza di una coalizione unita. Il tempo però cancella molte ferite, quindi tutto è possibile.
In questo momento l’opposizione poi ha un problema. Tutti o quasi battono lo stesso filone: centro storico, social, demagoghi. Ad un certo punto perciò l’avversario non sarà solo il centrosinistra, ma andrà in scena un tutti contro tutti. Quindi è facile supporre che in campagna elettorale si alzeranno i toni al punto tale che fare un accordo (anche non scritto) nel secondo turno potrebbe essere più difficile.
Anche per quello sarebbe utile occuparsi anche degli elettori moderati e dei Quartieri. Del resto è reale la possibilità che nel 2019 quello del centro storico possa essere un argomento depotenziato. Se così fosse per l’opposizione sarebbero guai.
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