Anche a Cesena si allontana da "Liberi e uguali", scelta che pare autolesionista, ma non penso sia tafazzismo
Salvini moderato e Di Maio (5Stelle) europeista. Non siete su scherzi a parte, ma nell’ “arena”, politica italiana. Quella che, a lunghe falcate, si approccia alle elezioni politiche di primavera.
Gli ultimi posizionamenti possono sembrare anomali. Ma di strano in politica non c’è niente, in particolare quando si avvicinano le urne. Quello è il momento in cui ci si muove in base ai sondaggi. E, poco importa, quello che è stato detto fino a quel momento. Un doppio avvitamento carpiato ormai è all’ordine del giorno. In fondo, il fine giustifica i mezzi.
Smettiamo quindi di pensare all’improvvisazione. In politica, a certi livelli, nulla viene lasciato al caso. Un sano pragmatismo prende il posto di uno spirito innovativo che va bene, quest’ultimo, se preso a piccolissime dosi.
Ma ormai la politica non improvvisa più nemmeno a livello locale. Anche qui buona delle scelte (per lo meno quelle più importanti) non si fanno a sensazione, ma in base a elementi consolidati. Soprattutto sondaggi.
È per questo che non mi ha meravigliato il repentino cambio di rotta del Pd per quanto riguarda il candidato sindaco. Ora è in fuga Simona Benedetti che sembrava aver perso moltissime posizioni. Ma non c’è niente di scritto nella roccia. La decisione sarà presa dopo le elezioni di primavera che, verosimilmente, saranno seguite da un sondaggio sul gradimento dei potenziali candidati (ci saranno più nomi) e sugli interventi che i cesenati ritengono prioritari.
Solo allora si saprà il nome del candidato a sindaco. C’è solo una cosa che appare certa: sarà un renziano/a. Ammesso e non concesso che il Pd continui ad essere guidato da Matteo da Firenze.
Però c’è un fatto che non può essere sottovalutato: non candidare un esponente dell’attuale minoranza significa allontanarsi da “Liberi e uguali”. All’apparenza può sembrare una scelta autolesionista. Ma io parto da un presupposto: in viale Bovio hanno molti difetti, ma non sono affetti da tafazzismo.
Di sicuro si auguravano che Biguzzi e Zuccatelli, attuali consiglieri comunali, avessero un ruolo più importante nella nuova formazione politica. Però è fuori di dubbio che hanno preso in considerazione anche la possibilità di non allearsi con “Liberi e uguali”. E se lo fanno, sono portato a pensare, che qualche elemento concreto ce l’hanno. Onestamente non so quale, ma non penso che stia andando in scena il grande bluff.
Però una scelta di fondo, a mio parere, credo sia stata fatta. Il Pd vuole dare le carte. Non chiude a nessuno, ma non accetta neppure imposizioni. Credo proprio ci sarà da divertirsi.
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