Non basta essere bravo e onesto. Serve anche l'onestà intellettuale. Senza quella si va a sbattere
Quella di ieri per me è stata una giornata molto importante. Per la prima volta ho visitato lo stupendo Palazzo Madama, la sede del Senato della Repubblica. Ero alla presentazione del libro “Madri” del quale sono coautore e il cui incasso sarà interamente devoluto per il restauro dei codici della biblioteca Malatestiana.
Presentare al Senato (sala Caduti di Nassiriya) il libro del quale sei coautore è di per sé una grande soddisfazione. Farlo avendo come relatore Sergio Zavoli è un piacere indescrivibile. Zavoli ha fatto un intervento ricco di contenuti, intenso e commovente allo stesso tempo. Insomma: indimenticabile. Grazie, quindi, alla senatrice Mara Valdinosi (una delle stakanoviste di palazzo Madama) che ha organizzato la presentazione e portato Zavoli al tavolo dei relatori.
Ma non è finita. La mattinata si è trasformata in apoteosi perché tutto quello che ho appena descritto è avvenuto subito dopo che in Senato si era concluso il voto sul Biotestamento. In passato ho votato Pd e credo che lo farò ancora, seppur turandomi molto il naso. Ma soprattutto sono di sinistra. Lo sono culturalmente. Quindi veder approvata una legge sul fine vita (anche se perfettibile) non solo lo ritengo molto importante, ma penso proprio sia il caso di usare il termine storico.
Ma anche le giornate più importanti hanno le loro spine. Che non dovesse essere perfetta l’ho capito al ristorante dove ho mangiato una carbonara (uno dei miei piatti preferiti) pessima. Immergermi nella bellezza di piazza Navona però mi ha permesso di dimenticare l’amarezza provata a pranzo.
Ma il peggio doveva ancora arrivare. In pullman ho cominciato a guardare le notizie del giorno ed ho visto che c’era quella su Maria Elena Boschi, la Consob e Banca Etruria. Sono del mestiere e ho capito che rischiava di oscurare almeno parzialmente, la notizia sull’approvazione del Biotestamento. Una bestemmia.
Non sono un fan politico di Maria Elena Boschi. Non sono mai stato renziano, figuriamoci se posso essere un sostenitore di quella che ritengo la sua brutta copia. Volevo far chiarezza, però garantisco che le valutazioni che farò in seguito esulano dal mio giudizio su Maria Elena Boschi. Non conosco le carte e quindi non so quanto sia coinvolta nel caso Banca Etruria. Anche per lei quindi vale la presunzione di innocenza.
Però ho l’impressione che sia andata oltre il suo ruolo istituzionale. Non c’è reato, sia ben chiaro, ma comunque non sarebbe lo stesso perdonabile. Ognuno ha una sua visione della politica e, soprattutto, del politico.
Io non credo che debba e possa essere senza macchia e senza vergogna. Il politico è un uomo e come tale non è perfetto. Non può esserlo. Per questo giustifico gli errori, ma non la mancanza di onestà intellettuale. In buona sostanza è quella che ti permette di stare lontano dai conflitti di interesse (i rapporti interpersonali non vanno evitati per forza, ma gestiti col giusto metodo, a partire dalla trasparenza), oppure di affrontare i problemi mettendoci la faccia e senza cercare di addebitarli a una sorta di linciaggio mediatico. Ma è anche quella che ti porta a considerare il competitor un avversario e non un nemico, che ti fa dire ho sbagliato e che non ti evita di dire sempre e solo no. Chi lo ha detto che le proposte dell’altra parte (maggioranza o opposizione che sia) siano sempre e solo sbagliate?
È per questo che ritengo l’onestà intellettuale molto importante. A tal punto che la metto quasi allo stesso livello della capacità e della onestà. Purtroppo in giro ne vedo poca. Mentre mi sembra che aumentino i furbetti o quelli che cercano scorciatoie.
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