Ha ragione il sindaco: senza un welfare di comunità il territorio rischia di impoverirsi. La politica non può stare ferma
È molto interessante quello che ha detto il sindaco. La relazione fatta all’incontro della fondazione Carisp è un intervento con contenuti molto importanti. È alta politica. Va apprezzato anche e soprattutto perché non ha cercato di fare qualcosa di autocelebrativo, ma ha voluto fotografare la situazione e lanciate un allarme. Il messaggio è chiaro: serve (e in fretta) un nuovo welfare di comunità. Senza quello rischiamo molto. In ballo c’è la tenuta sociale del territorio.
Dal 2007 in poi (grande crisi) il mondo è completamente cambiato. E un mutamento radicale c’è stato anche nel sociale. Ma non è finita. Il bello (forse sarebbe meglio dire il brutto) deve ancora venire. Lucchi è stato chiaro: nel giro di pochissimi anni, l’evoluzione tecnologica (e la contemporanea scomparsa di oltre il 50% dei lavori attuali) porterà a divenire crisi strutturale il modello attuale di lavoro. Ed allora il territorio deve interrogarsi su come fare per poter godere dei vantaggi di una coesione sociale.
Su una cosa Lucchi ha ragione: serve un nuovo welfare di comunità. E questo deve essere costruito in fretta. Su come farlo ognuno ha una sua ricetta. È naturale. Però vanno messe sul campo non domani, ma subito. Anzi, era meglio se fosse successo ieri.
Guardate che Paolo Lucchi ha ragione: a rischio c’è la coesione sociale e, quindi, il futuro del territorio. Servono risposte adeguate e veloci. Dobbiamo renderci conto che se non costruiamo un welfare di comunità ci sarà molta più povertà e in centro non andranno a fare acquisti non perché non ci sono i parcheggi, ma perché circolano molto meno soldi.
Qualcuno potrebbe pensare che sto esagerando. Legittimo ritenerlo. A chiunque abbia questa convinzione gli consiglio di fare solo una cosa: prendere appuntamento con il segretario di uno dei tre sindacati confederali e farsi spiegare come stanno le cose.
Io credo che chiunque facesse questa verifica ed avesse un pò di buonsenso, farebbe diventare la riforma del welfare il primo punto del suo impegno politico sia adesso che in campagna elettorale.
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