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Rocca delle Caminate, alcune precisazioni sulla verità storica

L'immobile non è mai stato di proprietà del Comune di Forlì avendo l'ente, negli anni '70, utilizzato edifici attigui per l'l'allestimento di attività ricreative rivolte agli adolescenti. È stata Donna Rachele nel 1964 a vendere tutto il complesso alla Federazione Provinciale di Forlì dell'Opera Nazionale Maternità e Infanzia, su interessamento dell'allora presidente Baldassarre Carnaccini, al quale il 1° ottobre 1964 inviò una lettera, scritta da Villa Carpena, per comunicare di "aver provveduto al ritiro di tutti i beni mobili, di mia proprietà".

Nella lettera di Luciano Gorini pubblicata sul Corriere Romagna il 28 dicembre scorso sotto il titolo “Fascisti antifascisti e comunisti” sono contenute diverse inesattezze di carattere storico sulla Rocca delle Caminate. Al solo fine della precisione, non entrando nei giudizi espressi dall’estensore su altre problematiche, faccio presente che non corrispondono al vero le seguenti affermazioni:

 

“Dopo la guerra Donna Rachele e i figli rivedicarono l’eredità di quel bene. Il Comune di Forlì invece l’ha rivoluta indietro. Col bel risultato che la Rocca delle Caminate ora è in rovina. Se l’avessero lasciata ai legittimi eredi ora la Rocca potrebbe essere un’attrazione turistica”.

 

L’immobile non è mai stato di proprietà del Comune di Forlì avendo l’ente, negli anni ’70, utilizzato edifici attigui per l’l’allestimento di attività ricreative rivolte agli adolescenti. È stata Donna Rachele nel 1964 a vendere tutto il complesso alla Federazione Provinciale di Forlì dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, su interessamento dell’allora presidente Baldassarre Carnaccini, al quale il 1° ottobre 1964 inviò una lettera, scritta da Villa Carpena, per comunicare di “aver provveduto al ritiro di tutti i beni mobili, di mia proprietà”.

 

Successivamente allo scioglimento dell’Ente avvenuto nel 1975 il relativo patrimonio immobiliare fu trasferito alle provincie. A quella di Forlì toccò anche la Rocca in questione essendone tutt’ora proprietaria. Tant’è che, dopo anni di abbandono, si deve all’Amministrazione Provinciale di Forlì-Cesena il completo recupero della Rocca, così come in precedenza aveva restaurato la chiesa posta di fronte all’accesso principale e a fianco dell’edificio a suo tempo fu costruito per ospitare i militari che avevano il compito di sorvegliare tutto il complesso.

Dopo quattro anni di lavoro e grazie a un finanziamento regionale di 4,4 milioni si è svolta venerdì 14 ottobre 2016 la cerimonia di inaugurazione della Rocca delle Caminate al termine di un complesso e oneroso intervento di restauro compiuto dalla Cooperativa Adriatica Costruzioni Cervese e dalla ditta Laboratorio del Restauro srl su assegnazione da parte del Conscoop, Consorzio fra Cooperative di Produzione Lavoro di Forlì, che si era aggiudicario dell’appalto indetto dalla Provincia.

 

 

Il progetto di restauro è stato elaborato, su commissione dello stesso Conscoop, da un gruppo di progettisti forlivesi, coordinati dall’architetto Raoul Benghi, di cui facevano parte gli architetti Riccardo Benghi, Gabrio Furani, Roberto Pistolesi, Gianluigi Briganti, Andrea Prati, Alessandro Lucchi, Cristiano Biserni, gli ingegneri Gianni Bandini, Maurizio Berlati, Leo Gaspari, Lamberto Donatini, Massimo Amodio, e i periti industriali Angelo Marchetti e Renzo Ricci. Sul cantiere hanno operato i tecnici della Provincia, in particolare l’ingegnere Renzo Rivalta, in qualità di direttore dei lavori.

Da qualche mese la gestione del bene restaurato è stata assegnata alla Serinar, la società costituita nel 1988 allo scopo di promuovere, sostenere e qualificare gli insediamenti universitari di Forlì e di Cesena, perché si possa portare avanti il progetto di fare della Rocca una sede per la ricerca universitaria e dell’innovazione d’impresa, oltre che di attrazione turistica raccontando la storia del territorio, della Romagna e del nostro paese per intero e senza infingimenti di sorta.
Rocca delle Caminate, situata sulle prime colline fra Forlì, Predappio e Meldola, a circa 400 metri sul livello del mare, domina interamente le vallate sottostanti.

La struttura originaria risale al X secolo. Fu infatti nel periodo medievale che prese forma in questa fascia collinare una linea di protezione e di controllo funzionale alla città di Forlì. Ancora oggi si riconoscono le direttrici visuali fra castelli e torri costruite in modo tale da scambiarsi messaggi con bandiere e suoni (ad esempio Rocca delle Caminate, Rocca di Predappio Alta e Rocca d’Elmici, di quest’ultima restano oggi dei ruderi) e contribuire alla difesa, sul versante sud, delle terre controllate dai Signori di Forlì. Dopo un aspro periodo di contese, all’inizio del XVI secolo, il territorio passò sotto il potere dello Stato della Chiesa e da allora anche fra i crinali della collina forlivese si snodò uan nuova frontiera che divideva Stato Ponti e Granducato di Toscana che durò fino all’Unità d’Italia. In questo contesto e alla luce dei mutamenti di carattere politico e nella tecnica militare, i fortilizi persero il ruolo per il quale erano stati realizzati e attrezzati, lasciando sul terreno le vestigia delle antiche funzioni e diventando suggestivi luoghi di carattere architettonico e storico.

Ormai ridotta a un rudere la Rocca delle Caminate, tra il 1924 e il 1927 fu completamente ricostruita secondo il corrente gusto neomedievale su progetto della Soprintendenza, mentre l’esecuzione dei lavori fu finanziata trovando i fondi da una sottoscrizione pubblica gestita sotto l’egida del Partito Nazionale Fascista e donata a Benito Mussolini, che ne fece la propria residenza estiva.

Vi ospitò membri della casa regnante, capi di stato, ambasciatori e nel 1943 fu la sede della prima riunione del Consiglio dei Ministri della neo proclamata Repubblica Sociale Italiana, come richiesto dalla Germania di Adolf Hitler. Ciò “legittimò” l’esercito nazista a invadere l’Italia perché portava aiuto a un’istituzione minacciata dall’avanzamento dell’esercito alleato (Inghilterra, Stati Uniti d’America e Canada) che era sbarcato sulle coste siciliane il 10 luglio 1943 con l’obiettivo di aprire un fronte nell’Europa continentale, invadere e sconfiggere l’Italia, a quella data alleata dei tedeschi, e, infine, concentrare in un secondo momento i propri sforzi con la Germania. Lo sbarco degli eserciti alleati in Sicilia ebbe un’influenza decisiva in Italia perché favorì la destituzione di Benito Mussolini, il suo arresto e la caduta del fascismo e il successivo armistizio di Cassibile, con cui le forze armate italiane cessarono le ostilità contro gli anglo-statunitensi.

A Rocca delle Caminate Mussolini, saccheggiata dopo il 25 luglio, Mussolini fu riportato dai tedeschi. Dopo averlo liberato il 12 settembre 1943 da Campo Imperatore (Gran Sasso d’Italia) fu trasferito inizialmente in Germania e poi nuovamente in Romagna con un volo da Monaco di Baviera fino all’aeroporto di Forlì, dove lo attendevano il Ministro plenipotenziario tedesco Rudolf Rahn, e i ministri del precedente governo fasciata Alessandro Pavolini, Renato Ricci, Guido Buffarini Guidi, Ferdinando Mezzasoma e il generale Rodolfo Graziani, che poi lo accompagnarono fino alla Rocca.

Mentre gli ex ministri prenderanno alloggio presso il Grande Albergo Regie Terme di Castrocaro, Mussolini, sorvegliato da un reparto speciale di SS della guardia del corpo di Hitler, si proclamerà capo del nuovo stato con le conseguenze che tutti conosciamo.

Gabriele Zelli

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