Daniele Gualdi: per rilanciare l'economia l'unica cosa fa fare è tagliare il cuneo fiscale
La campagna elettorale è partita. In grande stile. Lo dimostrano le roboanti promesse che stanno facendo i leader dei vari partiti. Promesse che costerebbero un sacco di soldi che non si sa bene dove verrebbero presi. Daniele Gualdi condivide poco o niente. E non lo nasconde. Il suo pensiero lo ha espresso in un interessante post pubblicato su Facebook.
Lo dico con rispetto, non sono d’accordo. Non condivido le proposte di cancellare il canone Rai fatta da Renzi e di abolire le tasse universitarie proposta dal presidente del Senato Pietro Grasso leader di “Liberi e Uguali”.
Nel primo caso non se ne capisce la ragione. Renzi ha avuto il merito di fare pagare a tutti il canone Rai e di abbassarlo da 113 a 90 euro, e oggi questa sarebbe una tassa invisa gli italiani? Nel migliore dei casi il minore gettito graverebbe sulla fiscalità generale per 1,5 mld di euro distogliendo risorse per investimenti produttivi, nel peggiore il servizio pubblico potrebbe essere abbandonato per la spasmodica ricerca della pubblicità (con abolizione del tetto che tanto spaventa Mediaset ma anche Sky) per stare sul mercato. Molto più sensata la proposta di Gentiloni di esentare le fasce più deboli dell’utenza televisiva.
Quanto alla proposta di Grasso questa è certamente regressiva. Ne beneficerebbero tutti anche i ceti più abbienti che possono permettersi di pagare le tasse universitarie. Il costo dell’operazione sarebbe da 1,6 miliardi a 2 mld di euro. Ovviamente a carico della fiscalità generale. Ma non sarebbe meglio attuare l’art. 34 della Costituzione quando afferma che “i capaci e i meritevoli hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti di studi”?
Il che significa elargire effettivamente borse di studio a chi ne ha bisogno e investire nell’edilizia universitaria. A Bologna non si trova più un posto letto nemmeno a pagarlo caro! Oppure assicurare maggiori opportunità per la ricerca ? Mentre la destra propone la flat tax, con aliquota sui redditi al 15% mettendo una pietra tombale sulla progressività del sistema fiscale sancito dalla Costituzione, la sinistra non mette al centro della sua campagna elettorale l’unica cosa capace di dare più potere d’acquisto a chi lavora e rilanciare l’economia, ovvero ridurre il cuneo fiscale, vista l’enorme forbice che oggi esiste fra lo stipendio lordo e quello netto. Forse l’unica proposta che capirebbero tutti.
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