Riflessione di Leonardo Biguzzi che prende spunto dalla riqualificazione di Palazzo Oir
Lo stanziamento da parte del Ministero dei Beni Culturali di uno speciale fondo di 3 milioni di euro finalizzato al restauro del palazzo dell’OIR ed al suo adeguamento alla funzione di pinacoteca cittadina è una notizia di portata storica per la nostra città.
Uno straordinario traguardo che si aggiunge ad altri importanti riqualificazioni dei luoghi della cultura come l’avvio dei lavori per il terzo lotto della Malatestiana, il restauro di Palazzo Bufalini, la restituzione alle attività culturali degli spazi del Ridotto del Teatro (fino ad oggi occupati dagli uffici dell’urbanistica).
Se guardato nel suo insieme, quello fin qui descritto è un percorso di riqualificazione degli spazi culturali della città realmente imponente che, però, non deve essere considerato né la fine di un progetto né un obiettivo di per sé sufficiente.
Esso infatti costituisce solo la premessa per affrontare la grande sfida a cui siamo chiamati nel prossimo decennio e cioè quella di costruire intorno alla cultura, all’innovazione ed alla bellezza della nostra città, un nuovo modello di sviluppo.
Dopo la crisi delle spinte allo sviluppo economico fondate sul manifatturiero e sull’espansione edilizia della città, ed in un momento in cui anche i business della grande e piccola distribuzione subiscono un duro colpo da parte della concorrenza spietata delle multinazionali del e-commerce, occorre affiancare a tali settori produttivi, un’economia che crei ricchezza e lavoro facendo leva sulla valorizzazione del territorio e della sue eccellenze, sui beni culturali, ma al tempo stesso, anche sulla creatività, artistica e culturale, e sull’innovazione.
Per farlo occorre far seguire alla fase di semplice riqualificazione dei contenitori culturali – comunque importantissima – quella di “produzione” di cultura.
Se la produzione culturale non può che essere il frutto di un rapporto sempre più profondo tra le istituzioni già presenti nel territorio, allora l’Università, la Biblioteca Malatestiana, il Centro Cinema, le altre istituzioni, le associazioni culturali e gli operatori della cultura, devono essere rimessi al centro dell’attenzione dell’amministrazione quali soggetti promotori di quella crescita di lungo respiro che solo cultura, innovazione e creatività possono garantire a vantaggio di tutti i settori economici e di tutti i cittadini.
Ecco perché è necessario che si apra in città un dibattito sulla costruzione di un nuovo patto di sviluppo che sappia rispondere alle sfide del futuro.
In questo futuro, cultura, creatività ed innovazione non possono che avere un ruolo centrale.
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