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Rilancio di Cesenatico, punto su Gozzoli

Servono però iniziative di qualità che vadano oltre la classica sagra. Ma credo che questo lo sappia

Punto su Matteo Gozzoli per una scelta qualitativa di Cesenatico che è quella di cui hanno bisogno sia il territorio che la Riviera. Perché, sia chiaro, se nel turismo punti sulla qualità ottieni anche dei risultati nella quantità.

 

Attenzione, però. Rischio di far confusione, quindi cerco di essere il più chiaro possibile. Quando dico puntare sulla qualità, non ritengo che Cesenatico debba diventare una località esclusiva. Non deve cambiare il suo dna. Quello deve restare immutato. È e deve restare una località per famiglie e poco fracassona.

 

Però deve cercare di alzare l’asticella delle iniziative. La sagra della canocchia va bene e non dovrà mai mancare. Come la Notte Rosa. Quella ormai è consolidata ed è una certezza. Ma bisogna andare oltre. Ed è qui che bisogna puntare sulla qualità delle iniziative. Fare cose che possano veicolare il nome di Cesenatico quantomeno a livello nazionale. E questo non succede per grazia ricevuta. È necessario fare qualcosa che richiami nomi di alto livello che, a loro volta, sono una calamita per gli organi di informazione.

Però sia chiara una cosa: fare cose del genere costa. E il povero Matteo Gozzoli ha ereditato una situazione economica non molto florida.

 

C’è però la tassa di soggiorno. L’ho detto e lo ribadisco: ha fatto bene a metterla. Ormai c’è in tutta Italia e da nessuna parte ha creato problemi. Inoltre Gozzoli ha detto che l’avrebbe utilizzata per il turismo. Gli credo e non ho dubbi, lo farà. E per questo lo invito anche a prendere in considerazione l’idea di fare anche cose di qualità. Magari cercando una sinergia con altri, a partire, ad esempio, dal cinque Stelle (Da Vinci) o dai quattro Stelle (Grand Hotel, Britannia, Miramare).

 

Non è facile. Lo so. Ma credo che sia una sfida che Gozzoli possa essere in grado di vincere. Il sindaco di Cesenatico è giovane, ma ha le idee chiare. Mi piace anche perché non dice sempre sì e i no cerca di motivarli. Soprattutto, pur fra gli enormi problemi che ha ereditato, non vuole galleggiare. Il suo obiettivo è lasciare il segno. E per farlo la strada migliore è fare anche cose di qualità.

Strada che dovrebbe percorrere anche chi si  candida a governare Cesena e le altre città del territorio. Sia chiaro, qualità non è solo organizzare iniziative di alto livello e che diano immagine. Il sostantivo deve essere interpretato a 360 gradi. Qualità, tanto per capirci, è anche fare scelte legate alla propria cultura. Quindi, per come la vedo io, tutelare gli ultimi ed evitare che la classe media resti solo un lontano ricordo. Perché una città è più ricca se c’è retribuzione del reddito. Ma di questo ne riparleremo.

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