La grande presenza di studenti sul suolo forlivese porta a domandarsi come essi riescano a formarsi un’opinioni circa le diverse tematiche che riguardano sia il territorio circoscritto alla città di Forlì, fino a spingersi a questioni estere. Quando poi si studia Scienze Politiche, tenere il passo con le notizie diventa quasi un obbligo morale. Essere informati a 360 gradi in questo tipo di contesto, diventa non solo un modo per accrescere le proprie competenze, ma anche per integrarsi maggiormente ed entrare a fare parte di gruppi che condividono e, talvolta, possono contestare un’ opinione su determinati argomenti. I quotidiani, come ormai sappiamo, sono oggetti che stanno tristemente scomparendo, pur senza perdere quell’immenso fascino che da sempre li circonda. Sono pochi i ragazzi che comprano un quotidiano con una frequenza giornaliera, spesso ci si accontenta di sfogliare qualche pagina durante in caffè mattutino al bar. Questo rimane comunque un caso circoscritto a pochi interessati. E’ noto che la maggioranza dei quotidiani ha deciso di trasferirsi anche online, nel tentativo di sopravvivere alla spietata concorrenza delle nuove e meno dispendiose piattaforme social. L’interesse e il tempo di permanenza su una determinata notizia non è fissa, essa dipende da quanto quel determinato argomento suscita curiosità nello studente/lettore; a volte ci si sofferma al titolo, altre volte (più raramente) si legge l’articolo per intero. Ad ogni modo, la maggioranza dei ragazzi con cui ho avuto modo di confrontarmi, attinge notizie dalle piattaforme social. Inoltre, i social offrono servizi di abbonamenti a testate online che si occupano di informazione in tempo reale, questo fa si che i ragazzi che seguono queste pagine, siano informati in maniera molto rapida su quelli che sono i principali fatti avvenuti nel mondo in quella giornata.
Per quanto riguarda la televisione, essa continua a rimanere il mezzo più utilizzato, sebbene l’età di chi la guarda sia tendenzialmente alta, il mito che “lo ha detto la televisione, quindi è vero”, farà molta fatica a morire. I ragazzi però, soprattutto quelli che studiano i processi legati alla fruizione dei mass media e le conseguenze correlate ad essi, sembrano piuttosto disaffezionati a questo mezzo, ed il perché è molto semplice: i ragazzi si rendono conto che le televisioni sono “political oriented”, cosa che non viene apprezzata da chi si vuole formare un’opinione senza influenze sovra ordinate e a maggior ragione quando si è consci della funzione di “agenda setting” del mezzo. Nel tentativo di ampliare lo spazio per un’informazione di qualità, molti ragazzi dell’Università hanno fondato veri e propri blog, ed i partecipanti si comportano come dei giornalisti professionisti. Gli argomenti trattati sono vari, oltre alla politica (che rimane l’argomento più quotato), ci si occupa di cinema, cultura, mostre d’arte, qualcuno ha osato annettendo persino una rubrica satirica. All’interno di queste realtà, non mancano contributi esterni, soprattutto professori di Unibo, che credono nel lavoro di questi volenterosi ragazzi e che li aiutano nel perseguire questi lodevoli progetti.
Giulia Dolcetti
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