Inizia una campagna elettorale difficile per il Pd che si è dato l'obiettivo di parlare alla testa della gente
È in forma smagliante. Del resto bisogna esserlo per fare la maratona di New York in tre ore e 50 minuti. E, oltretutto, dice che è andato piano. Ma Sandro Gozi, sottosegretario agli Affari europei, dell’energia ora ne ha bisogno per fare una campagna elettorale pancia a terra.
Del resto non è un segreto per nessuno che il Pd e, più in generale, il centrosinistra siano in difficoltà. Ed hanno bisogno di guadagnare posizioni. Cosa non facile, anche perché è stato deciso di parlare alla testa degli elettori.
Di sicuro ha più appeal promettere un drastico taglio alle tasse (Salvini) che una una graduale riduzione e con un occhio riservato alle famiglie (Gozi). Poco importa però se la flat tax salviniana è una sorta di sogno di mezza estate, mentre quelli promessi da Gozi sono obiettivi più raggiungibili.
Comunque i populismi sono quelli messi nel mirino dal parlamentare di Sogliano. Lega, Fratelli d’Italia e 5Stelle sono i suoi bersagli preferiti. E Gozi spara freccette a ripetizione. Ma, soprattutto, li attacca sul suo argomento preferito: l’Europa. Alle politiche euroscettiche dei suoi avversari, risponde spingendo il piede sull’acceleratore degli Stati uniti d’Europa. Poi fa l’affondo sui dazi: “Sarebbero una catastrofe per la nostra terra. Noi siamo state tra le prime regioni ad uscire dalla crisi perché abbiamo un’alta percentuale di export. Ci servono politiche per incrementarlo. Mentre i dazi sarebbero un freno”. Condivide però la necessità di aumentare il nostro livello di high tech.
Per l’export è chiaro che guarda con interesse anche alla Russia. Ma non è disposto ad andarci col cappello in mano. È sotto gli occhi di tutti che Putin sia vicino ai partiti più populisti ed euroscettici con l’obiettivo di indebolire l’Unione Europea. Strategia che a Gozi e al centrosinistra non può andare bene.
Le persone però faticano anche ad accettare l’Europa dei burocrati, quella tedesca centrica. Ma Gozi lo sa e se ne guarda bene dal dire va tutto bene madama e la marchesa. Però non si avventura nemmeno nel dire che apriranno le istituzioni europee come una scatoletta di tonno. Sa che non sarebbe possibile e a lungo andare farebbe la figura dei 5Stelle che nel volgere di una sola legislatura da incendiari sono diventati pompieri.
È meglio fare la politica dei piccoli passi, del cambiamento graduale. Partendo dal presupposto che è più facile negoziare per costruire una nuova legge che non per modificare qualcosa che c’è già.
Ma Gozi dall’Europa si aspetta molto come supporto agli investimenti. E su questo fronte il sottosegretario non solo è ottimista, ma va oltre “non è un problema di soldi – dice -, ma di progetti”. E su questo ritiene che sia importante fare squadra: “politici locali e nazionali si devono muovere nella stessa direzione e quando lo abbiano fatto i risultati non sono mancati”. Ed ha aggiunto che la sua strategia è usare l’incarico alle Politiche europee per portare l’Europa in Romagna. “Eusair è uno strumento fondamentale che porta benefici da Ravenna a Rimini.Grazie a Eusair e a Adrion, sono stati stanziati oltre 100 milioni di euro per progetti di sviluppo territoriale”.
Altro mantra è la visione romagnola. Non solo la esalta ad ogni piè sospinto, ma ritiene che sia la dimensione minima necessaria per affrontare i mercati internazionali.
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