Ne ho seguite molte. Ma questa propnon riesce a coinvolgermi
Di campagne elettorali ne ho seguite parecchie. Sia nazionali che locali. Più o meno hanno sempre suscitato il mio interesse. Anche le politiche del 2001, quelle che, fin dall’inizio, si sapeva sarebbero state vinte da Berlusconi.
Questa volta no. Non riesco ad interessarmi. E, forse, non sono l’unico. Non a caso c’è il timore che l’astensione sia alta. Io non contribuirò. Anche se insoddisfatto a votare ci andrò sempre.
La campagna elettorale continua a non stimolarmi, nonostante, per la prima volta, nel collegio ci sia una sfida aperta. È vero che “Bicio” Landi (centrosinistra) è dato in vantaggio, ma non con quel margine di sicurezza che c’era in passato.
Il problema però non è locale dove comunque spunti interessanti ci sarebbero: la sfida sopracitata; la presenza di esponenti cesenati di primo piano come Gozi, Landi e Zuccatelli; il ritorno del Pri in una competizione nazionale.
Il disinteresse è determinato dalle scelte e dagli atteggiamenti della politica nazionale. Per prima cosa è stato disegnato un collegio assurdo. Non si capisce quale sia il fil rouge che lega Bellaria e Santarcangelo con alcuni Comuni della collina Forlivese. Il collegio uninominale deve essere l’espressione di un territorio. Quello della Camera (come quasi tutti) non lo è. Lo è ancora meno quello del Senato che unisce il Cesenate e il Riminese. Tutte decisioni figlie di una legge elettorale che definirla cervellotica sarebbe un complimento.
L’atteggiamento dei politici nazionali poi non aiuta. Anzi, contribuisce ad aumentare il disinteresse. Ormai hanno promesso tutto e il contrario di tutto sapendo che non potranno mai mantenere le promesse. Ma forse hanno capito che stavano esagerando. Non a caso negli ultimi giorni non si sentono più promesse roboanti. Per la verità Berlusconi un po’ l’ha fatta fuori dal vaso promettendo seicentomila espulsioni.
Il problema, però, non sono le esagerazioni del Berlusca (ormai ci siamo abituati), ma il fatto che buona parte della campagna elettorale si stia giocando sui temi dell’immigrazione. È tornata prepotentemente di moda dopo la morte della ragazzina di Macerata.
Non capisco e fatico anche ad adeguarmi. Anche perché di temi importanti ne sento parlare solo a spizzichi e bocconi. A me, ad esempio, pare assurdo che per il lavoro si usino solo slogan e che il tema dell’industria 4.0 sia stato completamente derubricato.
Un keynesiano come sono io poi rabbrividisce nel non sentir parlare di politiche legate agli investimenti infrastrutturali. Che, ripeto per l’ennesima volta, non è solo cementificazione.
Insomma, ho la netta impressione che questa campagna elettorale, per quanto mi riguarda, si accompagnerà stancamente fino al quattro marzo. E, ho l’impressione, che guarderò al voto in particolare con un occhio su Cesena. Sono molto curioso di vedere come andranno le cose. Al momento i sondaggi (per quel che valgono) dicono che il Pd annaspa molto meno che in altre zone. Vedremo.
Ma i risultati saranno interessati anche per cercare di avere altre chiavi di lettura. Non sarà solo il Pd a dover decidere le strategie in vista delle amministrative. Ma anche nel campo del centrodestra e dei 5Stelle c’è più movimentismo e si sono ridotte quelle certezze che, fino a pochissimo tempo fa, sembravano granitiche.
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