"Annus mirabilis" di Geraldine Brooks racconta molto bene il dramma della peste vissuto (nel 1666) da un paesino dell'Inghilterra. Romanzata una storia vera
Bello, nonostante un finale deludente. “Annus Mirabilis” di Geraldine Brooks non è un libro recente. La prima edizione italiana risale al 2003. In passato me lo ero appuntato. Poi, come spesso succede, me ne ero dimenticato. Quando l’ho visto in libreria mi si è riaccesa la lampadina e l’ho acquistato.
Sono 342 pagine che si leggono molto in fretta. Prende spunto da una storia vera successa nel piccolo e lontano villaggio di Eyam nel Derbyshire (Inghilterra) falcidiato, nel 1666, dalla peste.
Ne è nata una storia che appassiona, così intensa che però meritava un finale diverso, mi verrebbe da dire: meno assurda.
Per il resto è stata fatta un’ottima ricostruzione sia storica che sociale. Di certo descrive il dramma della peste molto meglio del Manzoni. I personaggi sono tratteggiati molto bene. La narrazione è fluida e tranquilla, però ci sono un po’ troppi eccessi.
Inoltre mi è parsa molto interessante la postfazione. In particolare quando l’autrice spiega perché una corrispondente di guerra decide di raccontare la storia di un villaggio scoperto per caso durante un vagabondaggio. Un paesino preceduto da un segnale stradale che indica la via per “IL VILLAGGIO DELLA PESTE”.
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