Dopo il congresso della Uil documento dell'Edera che condivide tutti i temi sollevati dal sindacato
Che Pri è Uil siano in sintonia appare scontato. Ma non sempre la teoria va a braccetto con la pratica. In questo caso però non ci sono distinzioni. Le posizioni sono esattamente sovrapponibili. Emerge dal documento dell’essere stilato dopo il congresso della Uil.
Nel presenziare al X congresso territoriale della UIL di Cesena ci siamo sentiti a casa. Su tanti aspetti presi in esame dalla relazione introduttiva ritroviamo una comune visione tra noi, tra sindacato UIL e PRI, indice di una matrice comune che emerge quando si analizzano gli elementi di fondo. A partire dal principio su quale debba essere il modello di riferimento della società italiana per il prossimo futuro, accettando come ineluttabile il declino e tutto ciò che ne consegue o piuttosto si debba accettare la sfida per ritrovare la strada dello sviluppo in uno scenario sempre più complesso e complicato come quello attuale.
Mettendo ben in risalto la necessità di abbattere l’enorme debito pubblico che ci grava sulle spalle, qualificando la spesa pubblica. E’ importante che anche il Sindacato sostenga questi aspetti, non limitandosi alle semplici rivendicazioni di categoria. Così come la maturità della giovanissima lavoratrice che ha aperto il suo intervento sottolineando di poter ritenersi fortunata per aver trovato un lavoro stabile, interessata più a questo che a sussidi, o benefici vari (tanti ne abbiamo sentiti nella campagna elettorale appena conclusa).
Condiviso anche il giudizio sulla Regione – definito un treno a vapore per simboleggiarne i ritardi e le contraddizioni – e sul fatto che il territorio romagnolo soffra di una storica penalizzazione nella distribuzione delle risorse regionali, rispetto ad altre aree, così come sul fatto che occorra arrivare ad una effettiva fusione tra i Comuni, superando le attuali soluzioni pasticciate, il che permetterebbe di ottenere un’ abbattimento della pressione fiscale e tariffaria (per non parlare di altri benefici quale una miglior qualità dei servizi e della macchina comunale).
La carenza infrastrutturale del Cesenate, a partire dalla ristrutturazione della E45, cancellata dal Ministro Del Rio dalle opere strategiche, per arrivare al completamento della secante e alla realizzazione del lotto zero, piuttosto che tornare a ragionare esclusivamente sul miglioramento della viabilità esistente; tutte opere che vanno viste come motore per lo sviluppo, come da tempo ormai immemorabile anche i repubblicani vanno ripetendo. Per non parlare della comune preoccupazione per l’ospedale di Cesena che in attesa della nuova struttura continua a perdere pezzi (esempio più lampante l’assenza dell’emodinamica legata alla cardiologia).
Il segretario generale Borghetti traguardando alle prossime amministrative chiede ai partiti una chiara presa di posizione su questi aspetti: i repubblicani su questi temi hanno da sempre le idee chiare e continueranno a ritenerli prioritari.
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