Le Olimpiadi del “Problem Solving” (OPS) sono promosse da oltre 10 anni dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del sistema nazionale di istruzione del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, al fine di perseguire diversi obiettivi: innanzitutto puntano al potenziamento di metodologie di problem solving, poi intendono mettere a frutto il patrimonio informatico, oggi strumento privilegiato per comprendere il complesso mondo della globalizzazione. Si prefiggono, inoltre, lo sviluppo di processi di ragionamento creativo, e nello stesso tempo metodico, per sviluppare strategie sistematiche di problem solving in una logica che vada nella direzione del cosiddetto pensiero computazionale (“computational thinking”), prospettiva multidisciplinare che sviluppi fin dalla scuola primaria, competenze di questo tipo.
La manifestazione si articola in gare di informatica, algoritmica e programmazione in 5 articolazioni: primarie a squadre, secondarie di primo grado a squadre e individuali, primo biennio delle secondarie di secondo grado a squadre e individuali.Il programma prevede nella giornata di venerdì 28 aprile le gare a squadra e individuali riservate agli studenti della Scuola Secondaria di II Grado, mentre sabato 29 aprile sarà la volta degli alunni della Primaria impegnati nelle gare a squadre e dei ragazzi della Secondaria di I grado (gare individuali e a squadre). Nel corso della due giorni cesenate sono previsti anche alcuni workshop sui temi della programmazione, dei makers e del coding: le premiazioni, previste a fine delle due giornate, si svolgeranno presso l’Aula Magna di Psicologia (p.le Marx).
“La scelta del MIUR di tornare a Cesena, dopo il successo e l’entusiasmo suscitati nelle due edizioni precedenti – commenta il presidente di Ser.In.Ar. Alberto Zambianchi – rappresenta indubbiamente un riconoscimento, non solo dell’efficienza organizzativa messa in campo nel 2016 e nel 2017, ma anche dell’eccellenza in campo informatico espressa dai nostri insediamenti universitari e, nel contempo, costituisce per la Romagna una reale opportunità per dare un’ulteriore prova della propria tradizionale ospitalità, un valore che fa parte del DNA del nostro Territorio”.
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