Scelte che non condividiamo

Vox populi. Anche in Piazza della libertà, come ormai ovunque in città, si parla di bar e ristorantini. E non solo per i locali storicamente presenti, come il “bar Roma” o la pasticceria, ma ovunque possibile.

Considerando che per le 12 attività presenti in Piazza della Libertà, sono state previste dall’Amministrazione “agevolazioni” con un contributo a fondo perduto di oltre 120.000 euro (circa 10.000 euro per ogni attività, e lo ribadiamo, “solo” per Piazza della Libertà, chissà perché e bella giustizia sociale), forse si potrebbe avere un po’ più di fantasia.

Magari privilegiando attività “diverse”, magari non presenti sul territorio, magari con un occhio di riguardo alla cultura e al sociale, magari per non avere tutte attività fotocopia o delle stesse “catene” (il centro non può e non deve diventare la fotocopia di un centro commerciale), magari ampliare le prospettive e arricchire l’attrattiva.

E ampliando lo sguardo, con le attività che su tutto il territorio, e in particolare in centro storico, chiudono, aprono, si spostano, si ridimensionano e provano in qualche modo a riaprire e a sopravvivere, il saldo occupazionale e la qualità dei contratti lavorativi (a noi preoccupano in particolare le forme precarie tanto care e enfatizzate invece con il jobs act) come vanno?

Certamente molte sono piccole attività commerciali, con il solo titolare o al massimo a gestione famigliare, ma in qualche modo si pensa di prendere in considerazione chi assume a tempo indeterminato e in modo stabile?

Ultima riflessione: anche in Piazza della libertà”, un progetto da 3 milioni di euro pagato da tutti i cesenati (che non ci sembrano al momento molto entusiasti del loro investimento) sarà prevista “l’occupazione di suolo pubblico gratuita” con la formula “info point”? La politica del “te sì, te no”, tanto cara a questa Giunta, a noi non piace affatto. Anzi ci fa incazzare parecchio.

Sono solo voci ?

Ma sono sempre le solite voci.