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VENERDÌ 25 MAGGIO 2018: 1° BOB DYLAN DAY FORLIVESE

NEL CENTRO DI FORLÌ TRE LOCALI OSPITERANNO IL PRIMO TRIBUTO ROMAGNOLO AL MITICO ROBERT ZIMMERMAN, IN ARTE BOB DYLAN

Tributi musicali, conferenze, dibattiti, una mostra fotografica e un djset per augurare buon compleanno Bob!
A ridosso del suo 77° compleanno anche a Forlì si festeggerà Bob Dylan, il più importante ed eclettico folk singer di tutti in tempi.
Un musicista che ha attraversato un’epoca, tutti i continenti, e non si è mai fermato e continua a non fermarsi mai: dal 1988 a oggi, infatti, ha deciso di imbarcarsi in un tour senza fine tenendo in media 90 concerti l’anno, con un minimo di 71 nel 1988 e un picco di 119 nel 1999.
Per tener fede alla sua stessa promessa, anche i suoi fan e studiosi italiani hanno deciso di non fermarsi. Tantissime, infatti, sono ogni anno le conferenze e i tributi a lui dedicati in tutto il mondo, a lui che è il cantautore più influente di tutti i tempi, vincitore di Oscar, Golden Globe, Premio Pulitzer, Medal of Freedom, Legion d’Honneur e Premio Nobel per la Letteratura, con una carriera lunga oltre cinquant’anni e un numero impressionante di album pubblicati.
E per la prima volta anche a Forlì si terrà un Bob Dylan Day, venerdì 25 maggio 2018, il giorno dopo il suo 77° compleanno, allo scopo di celebrare il suo genio e la sua arte.

Questo il programma del primo Bob Dylan Day di Forlì:
ore 18.00 Jump Cafè
ore 21.30 Cà Leoni Music Club
ore 23.00 Moquette Club

Tre locali forlivesi ospiteranno tributi musicali, conferenze, dibattiti, una mostra fotografica e un djset – con ospiti di grande rilievo – per regalare ai partecipanti un’esperienza indimenticabile e da ripetere anno dopo anno.
Il Bob Dylan Day forlivese nasce da un progetto di Samuele Conficoni con la collaborazione di Marco Viroli e Michele Minisci.
L’evento è realizzato grazie al supporto di: Kinkhao Thai Street Food Forlì Centro, Sala Multimediale San Luigi, Mauro Morelli (riparazione noleggio e vendita strumenti musicali).

“Quando ho iniziato a scrivere canzoni, da adolescente, e anche quando ho iniziato a raggiungere una certa fama per le mie abilità, le mie aspirazioni per queste canzoni non si spingevano molto lontano. Pensavo che sarebbero state ascoltate nelle caffetterie e nei bar, forse più tardi anche in posti come la Carnegie Hall, il London Palladium. Se pensavo veramente in grande, forse avrei potuto immaginare di incidere un disco e poi ascoltare le mie canzoni alla radio. Era questo il vero grande riconoscimento nella mia mente. Incidere dischi e ascoltare le tue canzoni alla radio significava raggiungere il grande pubblico, e questo avrebbe poi permesso di continuare quello che ti eri proposto di fare. Beh, ho fatto quello che ho deciso di fare da molto tempo, oramai. Ho fatto decine di dischi e suonato in centinaia di concerti in giro per il mondo. Ma sono le mie canzoni il centro vitale di quasi tutto quello che faccio. Sembra che abbiano trovato un posto nelle vite di molte persone, attraverso molte culture differenti, e sono grato per questo”.

(Tratto dalla lettera di Bob Dylan, letta il 10 dicembre 2016 da Azita Raji, ambasciatrice statunitense in Svezia, durante la cerimonia di consegna dei Premi Nobel)

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