Secondo mandato alla segreteria regionale della Uil. Deve lavorare lavorare per rafforzare una ripresa dell’economia ancora troppo debole per le aspettative dei cittadini
Una riconferma prevista, ma, soprattutto, meritata. Giuliano Zignani resta il segretario regionale della Uil. Significative sono state le parole di Paolo Lucchi. Fra il sindaco di Cesena e Zignani i rapporti sino sono sempre stati altalenanti.
Ma, in questo caso, Lucchi è andato ben oltre il tradizionale onore delle armi. Di Zignani ha detto di apprezzare la franchezza al limite della brutalità e la grande onestà intellettuale. Secondo Lucchi rappresenta uno dei migliori ponti ideali di riflessione comune tra forze sociali, forze politiche, amministrazioni pubbliche, in una fase di profondi cambiamenti come quella che stiamo attraversando.
Il sindaco di Cesena ha ragione. Per me parlare di Zignani non è facile. Perché siamo amici. Inoltre abbiamo fatto tante battaglie insieme.
Non ho mai nascosto che Zignani è il mio prototipo ideale di sindacalista. C’è stato un momento che a Cesena avevano lui alla guida della Uil e Pietro Bellucci, altro sindacalista con la “S” maiuscola, sullo scranno della Cgil. Ebbene, potevamo dirci fortunati. Non so se ricapiterà una congiunzione astrale simile.
Ho sempre apprezzato Zignani perché ha la caratteristica che io ritengo fondamentale per il suo ruolo: essere di lotta e di governo. È capace di passare dalla lotta dura senza paura al dialogo. Inoltre ha la capacità e il coraggio di proporre delle soluzioni. Dire sempre no, oppure giudicare solo il lavoro degli altri è facile. Invece bisogna avere il coraggio e la forza di mettersi in gioco. E lui l’ha avuta è continua ad averla.
Non è che sia senza difetti. Anzi, oltre alla panza, ne ha tanti. Però, di cavalieri senza macchia e senza peccato non ne conosco. Però tutto passa in secondo piano quando uno ci mette la faccia. Quando, comunque, non gioca a scaricabarile.
Mi sarebbe piaciuto vederlo in politica. Per la verità ci è andato molto vicino. Avrebbe potuto fare l’assessore provinciale. Poi, però, è rimasto a casa sua. Ed ha fatto bene. Ha ottenuto quello che voleva: la segreteria regionale. Ma con un ruolo attivo. Spesso la segreteria regionale è una sorta di paradiso degli elefanti. Zignani invece non si è seduto ed ha continuato ad essere protagonista.
Adesso parte il secondo mandato. Non è che saranno tutte rose e fiori. La nostra economia non è fuori dal tunnel. Ha ragione Lucchi quando scrive che bisogna lavorare per rafforzare una ripresa dell’economia ancora troppo debole per le aspettative dei cittadini. E per farlo serve ragionare su un nuovo modello di sviluppo, ma anche su una forma di welfare. Buon lavoro.
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