Indagine Swg sul voto del 4 marzo in Emilia Romagna. Dal Pd fuga di ceto medio basso, operai e pensionati
Sconfortati, ma non troppo. O, quanto meno, il pessimismo non è cosmico. Si potrebbe sintetizzare così il sentimento delle famiglie del territorio della Provincia di Forlì-Cesena. Emerge da un sondaggio riservato condotto dalla Swg. I valori non si discostano molto da quelli degli altri due territori romagnoli.
Il 29 per cento degli interpellati (avevano più di una risposta a disposizione) dicono di vivere una situazione di attesa. Il 16 di tristezza, il 27 di tranquillità. In questo caso il valore è lo stesso di Ravenna, mentre Rimini si ferma al 25. C’è rabbia nel 26 per cento e fiducia nel sedici per cento.
La paura attanaglia il 12 per cento, mentre solo l’11 è sereno. Dato più basso rispetto a Rimini e Ravenna che si attestano al 15. Il disgusto è un sentimento espresso dal 13 per cento, dato trasversale.
Il sondaggio contiene anche una parte relativa ai flussi di voto. Il riferimento è al 4 marzo e il dato è relativo all’Emilia Romagna. Ognuno è libero di fare come vuole, ma se fossi l’esponente di un partito sono dati che guarderei con attenzione. Il confronto è con le politiche del 2013. In modo particolare devono far riflettere il Pd.
Pd. Il 56,2 per cento degli elettori ha confermato il voto, il 23,4 non ha votato. Invece il 20,4 ha scelto altre liste: 6,7 5Stelle, 4,7 Leu, 3,3 Bonino e 2,2 Pdl.
Pdl. Il 30,5 per cento ha cambiato il proprio voto, ma solo l’8,2 per cento se ne è andato in direzione dei 5Stelle. Per il resto Fratelli d’Italia e, soprattutto, Lega hanno rubato consensi a Forza Italia.
5Stelle. Il voto dei 5Stelle è rappresentato dal 74,2 di riconferme. Si sono aggiunti l’11,9 per cento di persone che non avevano votato e il 13,9 provenienti da altri schieramenti. Fra questi ultimi l’8,5 per cento arriva dal Pd e il 5,4 dal Pdl.
Classi sociali. Interessante è la lettura dei flussi elettorali in base alla classe sociale. Un’attenta analisi dovrebbero farla tutti, in particolare i dirigenti del Pd. Anche in questo caso il confronto è con le politiche del 2013.
Imprenditori. Il 24,9 ha votato 5stelle (+ 7,8), il 7,6 Lega (+ 4,3) il 5,7 Forza Italia (meno 6,1) e il 385 Pd (meno 12,6).
Operai. Fra gli operai il Pd ha perso il 22,9 scendendo dal 59,5 al 36,6. Man bassa lo ha fatto la Lega attestandosi al 19,6 (+ 15,7). I 5 Stelle si sono “fermati” al 12,8 (+8,8) e Forza Italia all’11,4 (meno 2,1).
Pensionati. Ma anche i pensionati si sono allontanati dal Pd. Il 17 per cento ha scelto altre liste. In particolare la Lega che cresce del 17,4. Perdono anche 5Stelle (meno 2,4) e Forza Italia (meno 0,8).
Giovani al primo voto. Per il Pd emiliano romagnolo invece non è andata malissimo fra i giovani al primo voto. Il 26,3 per cento ha scelto il Pd (12,4 a livello nazionale), il 30 per cento si è orientato sui 5Stelle (42,6 in Italia), il 37,8 la Lega (19,5 a livello nazionale) e l’unico per cento Forza Italia (12,4 a livello nazionale).
Ceto medio basso. Note dolenti per il Pd e sorride la Lega. Il Pd è stato votato dal 10,8 (meno 14,8). Il 36,2 per cento ha scelto la Lega (+ 33,8). Non sfondano i 5Stelle che, comunque, crescono del 4,7 attestandosi al 25,4. Forza Italia è al 13,9 (meno 15,9).
Ceto medio. C’è più equilibrio. In questo caso i più votati sono i 5Stelle con il 25,3 (+3,8). Bene la Lega 23,7 (+19,9), solo malino il Pd 21,9 (meno dieci). Forza Italia ferma all’11,7 (meno 5,4).
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