Site icon Romagna Post

Provare il reddito di formazione

L'idea di Art. 1 contenuta in un pacchetto di cinque proposte per l'ultimo anno di legislatura

Cinque proposte per l’ultimo anno di  legislatura. La proposta è di Art. 1. Sono state elaborate dai consiglieri comunali Leonardo Biguzzi e Giuseppe Zuccatelli. Per cercare di approfondire i contenuti le propongo singolarmente.

Aprire a Cesena una sperimentazione per un reddito di formazione

 

Art. 1 parte dal presupposto che la principale sfida che Cesena dovrà affrontare nel prossimo decennio sarà quella di fare fronte agli enormi cambiamenti del mondo del lavoro.

Perché la generazione di diseguaglianze sociali e l’atomizzazione del tessuto comunitario altro non sono che il frutto più maturo di un cambiamento strutturale dei processi di produzione dovuti.

Un processo di modificazione della composizione del lavoro e dei processi di valorizzazione che oggi vive la fase più acuta e più drammatica.

Non a caso negli ultimi decenni, i mercati del lavoro in tutta l’Ocse hanno subito profonde trasformazioni.

Un processo di complessiva deindustrializzazione che ha preso progressivamente forza parallelamente a un fenomeno di polarizzazione del mercato del lavoro in base alla quale il numero di posti di lavoro per medie qualifiche e medie retribuzioni è diminuito rispetto al numero ed alla retribuzione dei posti di lavoro per skills alti e molto alti e per mansioni umili ed a basso reddito.

 

Tali fenomeni di deindustrializzazione e polarizzazione del lavoro si sono concretizzati in concomitanza con i processi di rapida digitalizzazione e automazione del lavoro in un contesto di maggiore integrazione globale dei processi di produzione ed hanno offerto il fianco ad una progressiva precarizzazione ed un complessivo abbassamento dei salari.

Allo stesso tempo è aumentata la percentuale di occupati ai livelli più alti e più bassi della distribuzione delle competenze professionali.

 

Alla radice di tale mutamento del mercato del lavoro e della stessa struttura della società ci sono tre processi fondamentali: l’impatto delle nuove tecnologie sui processi produttivi e sul tipo di lavoratori richiesti, i processi di globalizzazione, il ruolo della Cina quale grande potenza economica mondiale.

 

In questo contesto, la sfida del benessere del nostro paese – e della nostra città -, secondo Art. 1, non può che passare attraverso l’innalzamento del livello di conoscenze e di capacità delle forze del lavoro. Solo così potremo mettere al riparo gli attuali lavoratori ed i giovani che in vista del lavoro si formano dalla trappola della polarizzazione che divide in winners (sempre meno) e losers (sempre più).

Cesena – (Photo credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

Tale obiettivo va realizzato attraverso due direzioni tra di loro integrate:

 

  1. Consentire ad un numero sempre maggiore di giovani residenti nel nostro comune – tramite il conferimento di un reddito minimo – di affrontare in maniera piena e serena il proprio percorso di studi, offrendo a chiunque la possibilità di fare emergere le proprie capacità e competenze in un sistema di formazione universitario avanzato come quello che si va fortunatamente radicando a Cesena;
  2. garantire ai lavoratori che si trovano schiacciati dai meccanismi di polarizzazione del lavoro fin qui descritti di riconvertire le proprie competenze ed autorealizzarsi attraverso una integrazione al reddito familiare che gli permetta di accedere ai programmi di formazione professionale ma anche agli studi universitari.

Piazza del Popolo – Cesena (credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

Per questo Art.1 propone che nel prossimo anno si studi e sperimenti concretamente a Cesena un reddito di formazione erogato dal Comune, secondo specifico bando, ad un numero crescente di residenti che intendano innalzare il proprio livello di conoscenze, formazione ed abilità.

 

Un reddito:

  1. condizionato al raggiungimento progressivo, da parte del beneficiario, di traguardi di merito nella formazione e nello studio;
  2. legato all’obbligo di permanenza quale residente per un periodo di almeno tre anni dalla data di ultima erogazione del sussidio;
  3. assegnato, in principio, secondo criteri di capacità reddituale e patrimoniale familiare.

 

Questo post è stato letto 162 volte

Exit mobile version