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Ex Crc: offerta che non convince

Documento dell'avvocato Enrico Sirotti Gaudenzi

In pochi anni la Carisp è passata dall’essere considerata da Bankitalia una delle migliori realtà creditizie del paese alla catastrofe. Una cosa che non può piacere è sul quale pone l’accento Enrico Sirotti Gaudenzi, avvocato, esperto di tutela del credito e diritto bancario.

A pochi giorni dalla chiusura del termine per aderire all’offerta riservata ai piccoli azionisti e formulata da parte di Credit Agricole – Cariparma al fine di acquistare le azioni ordinarie detenute dai soci delle ex realtà creditizie (Cassa di Risparmio di San Miniato, Cassa di Risparmio di Rimini e Cassa di Risparmio di Cesena) possiamo già trarre alcune considerazioni.



Relativamente alla ex CRC si può affermare che la presunta intenzione di “mettere a tacere” parecchie delle tante doglianze presentate dagli azionisti quasi azzerati – anche in considerazione del fatto che possa aprirsi sempre qualche nuovo spiraglio a tutela degli azionisti e risparmiatori similmente a quanto si è verificato nella vicenda che ha interessato Banca Intesa dopo l’acquisizione delle banche venete grazie ad una pronuncia emessa da un tribunale di Vicenza il 14 marzo 2018 – sia stata messa a segno solo in parte.

Enrico Sirotti Gaudenzi




La “campagna pubblicitaria” che da una parte nascondeva la reale intenzione da parte di Credit Agricole – Cariparma e, dall’altra, cercava di “assicurare” con impliciti e pseudo-vincoli contrattuali una “buona” clientela per i prossimi anni offrendo, peraltro, vantaggi seppur modesti che riguardavano le condizioni applicate ai conti correnti, ha concesso di registrare un’adesione pari a circa il 64% del totale delle vecchie azioni della ex CRC.



Per gli altri azionisti (si stimano dai dati forniti dal Comitato difesa risparmiatori CRC circa 4.000 non aderenti) che non hanno accettato la “ghiotta” offerta, scaduta venerdì 19 maggio, è stata concessa – per grande generosità da parte di Credit Agricole – l’apertura di una nuova finestra (dal 28 maggio al 1 giugno) affinchè anche questi “ritardatari” possano finalmente aderire all’offerta.


Chi fino ad ora non ha accettato l’offerta, o meglio la carità, ha sicuramente dato maggiore importanza al valore “morale” ed allo status di socio della banca della propria città ed alla speranza di poter trovare giustizia indipendentemente dal risultato economico che, nel caso dell’Opa, sarebbe stato comunque irrisorio; al contrario coloro che hanno sottoscritto l’offerta, accettandola, sono stati certamente influenzati dalle informazioni prospettate in merito alla “esagerata” difficoltà di negoziare i titoli (ricevuti in cambio delle vecchie azioni) della nuova realtà creditizia, Cariparma. Io, questa, mi permetterei di definirla  “informazione strumentalizzata e finalizzata” ad ottenere un determinato risultato ben lontana dai principi di buona fede contrattuale; non voglio esprimermi, poi, sulla condotta tenuta da Credit Agricole – Cariparma nel contattare i singoli azionisti della ex CRC.


La vicenda continua a lasciarmi perplesso e, ancora una volta, si rafforza la mia convinzione secondo la quale la storia che ha coinvolto la ex CRC possa celare, oltre alle carenze ed alle responsabilità proprie del Cda, una condotta “strategica” da parte della Banca d’Italia e del Governo messa a segno per consentire – nel rispetto di una politica economica di accentramento –  l’attacco dei “banchieri” alla Romagna.


Non possiamo certo accettare che le azioni della banca classificata da Banca d’Italia, nel 2011, come una delle migliori realtà creditizie del Paese, possano essere cedute a poche decine di centesimi.

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