Incontro dei Popolari per Cesena. Suggeriti sussidiarietà è solidarietà a sostegno della comunità
Con il coordinamento di Francesco Biguzzi, della segreteria politica dei Popolari per Cesena, si sono aperti i lavori del Forum sottolineando che la crisi del modello tradizionale di welfare state è legata a due ragioni principali: la sostenibilità finanziaria e la burocratizzazione. Si tratta di superare la sussidiarietà orizzontale e lavorare in un’ottica di sussidiarietà circolare rivedendo e impostando un nuovo rapporto di interazione stategica tra le sfere di cui si compone l’intera società: la sfera dell’ente pubblico, delle imprese (la business community) e della società civile organizzata (associazionismo, volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, organizzazioni non governative, fondazioni).
Nel suo intervento Marcello Borghetti, segretario generale UIL Cesena, ha evidenziato che il modello di società che occorre disegnare deve in primo luogo mettere a tema la redistribuzione del reddito e fare leva sulla creazione dello sviluppo. Partendo dal valore della solidarietà, occorre chiedersi quali siano le scelte che rispondono al principio della sussidiarietà e ragionare su cosa manca nel nostro territorio, oltre la presenza dello stato sociale: da un lato occorre riconoscere con azioni di sgravio fiscale quelle imprese che mettono in gioco il proprio capitale; dall’altro valorizzare il mondo del terzo settore che occupa un posto speciale in quanto portatore dei bisogni concreti delle persone, in particolare le fasce più deboli e fragili, che vivono in un determinato territorio.
Nel corso del dibattito sono emersi diversi interventi che hanno evidenziato quanto sia necessario da parte dell’ente pubblico riconoscere lo status del mondo privato, dei corpi intermedi e della società organizzata per ripensare ad un modello di welfare non solo sotto un profilo assistenzialistico, ma con uno sguardo ad uno stato di benessere molto più ampio
I Popolari per Cesena vogliono farsi promotori di un tavolo attorno al quale i tre soggetti si siedano in un dialogo continuo sulla base di predeterminati protocolli, partendo dall’ascolto dei bisogni allo scopo di arrivare a definire le priorità degli interventi, a trovare i modi di finanziamento e le modalità di gestione.
“Serve un coinvolgimento – dice Gilberto Zoffoli – nel processo decisionale di tutte le sfere che compongono l’intera società, perché sia sempre garantito il principio democratico. Solo valorizzando un modo di operare a livello di rete sarà possibile ricostruire un tessuto di comunità in cui tutti i soggetti collaborano ed interagiscono tra di loro”.
Questo post è stato letto 159 volte