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Salvini vuole uscire dell’euro. Ecco le prove

Un pezzo di De Bortoli sul Corriere della Sera svela le strategie economiche di Borghi, principale consulente del leader leghista

Anche se non lo ha mai detto in modo chiaro, mi pare indiscutibile che Salvini voglia uscire dell’euro e che la sua strategia sia quella di aumentare il debito pubblico. Per rendersene conto è sufficiente leggere quello che Ferruccio De Bortoli ha scritto sul Corriere della Sera il 18 maggio scorso.

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“Nelle scorse settimane è stato presentato a Roma il rapporto di Economia Reale, un centro studi presieduto da Mario Baldassarri, ex viceministro di un governo Berlusconi, in cui si ipotizza una manovra da cento miliardi con la quale sarebbe possibile fare un po’ di reddito di cittadinanza e ridurre le tasse. A patto però di dare una sforbiciata severa e preventiva a sussidi, trasferimenti e acquisti. Rapporto commentato dai rappresentanti di tutti gli schieramenti. Quando è stata la volta di Claudio Borghi, la platea è rimasta colpita dal sarcasmo mostrato dall’onorevole leghista, coautore del «contratto per il governo del cambiamento», per le idee esposte da alcuni relatori.

Matteo Salvini

Non degli sconosciuti: l’ex presidente del Consiglio Lamberto Dini, l’ex direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli, l’ex membro del direttorio di Banca d’Italia Pierluigi Ciocca. La sostanza del ragionamento di Borghi era che del debito non bisogna preoccuparsi, lo ha già monetizzato la banca centrale. Ricordando l’episodio, si capisce da dove sia venuta l’insana idea, svelata dall’Huffington Post, di chiedere a Francoforte la cancellazione di parte del nostro debito. «Ma tutto ciò – gli venne obiettato da Mario Baldassari durante il convegno – significa uscire dall’euro?».

 

Sì ha risposto un sincero Borghi. «E allora perché non l’avete messo nel programma di centrodestra?». «Perché gli altri non hanno voluto». Quell’idea sul debito non compare più fortunatamente nel «contratto per il governo del cambiamento». Lega e Cinque Stelle hanno assicurato che l’euro non è in discussione, ma nel gioco perverso delle aspettative spesso i comportamenti sono più rapidi delle parole scritte”.

Sulla credibilità di De Bortoli credo che nessuno abbia dei dubbi. E, comunque, se dopo dieci giorni non ci sono state smentite è la prova del nove (a me non serviva) che è tutto vero.

 

E, considerando che Borghi, è uno dei consiglieri più ascoltati da Salvini, è facile fare due più due. Non contesto le idee, anche se non le condivido. Però non mi piace chi non fa non chiarezza. Su dei temi così delicati (euro e debito pubblico) non si può ciurlare nel manico. Bisogna essere chiari. Cosa che Salvini non è. E si salva soprattutto facendosi scudo con l’arroganza. Chissà perché è qualcosa che mi ricorda il Sudamerica.

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