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Lia Montalti contro Pompignoli

Giudicate aberranti le dichiarazioni del consigliere leghista sulla scuola di San Vittore

«Negli anni in cui sono stata assessore all’ambiente al comune di Cesena ho avuto modo di incontrare e conoscere da vicino l’esperienza educativa della scuola di San Vittore, che si è sempre caratterizzata per la qualità dei progetti e per la capacità anche di coinvolgere tutta la comunità rispetto alle proprie proposte educative». A dirlo è la consigliera regionale Lia Montalti che commenta le dichiarazioni del consigliere Massimiliano Pompignoli della Lega Nord.

«Trovo aberranti le dichiarazioni di Pompignoli, in merito al lodevole progetto di confronto e integrazione portato avanti dalla scuola primaria di San Vittore – dice Montalti –. Non è possibile pensare e comunicare alle nuove generazioni che tutto ciò che è diverso, in questo caso straniero, sia “pericoloso”, un nemico da combattere, un male da debellare. La storia ci insegna che le discriminazioni razziali, religiose, etniche e di ceto sociale hanno portato più devastazione e crimini di quello che si vuole attribuire all’esodo di migliaia di persone che scappano da condizioni di vita disumana. Ma evidentemente il consigliere Pompignoli si allinea a quanto sta accadendo a livello nazionale in merito alle posizioni del capo del suo partito sul caso Aquarius».

 

Poi continua: «Ciò che rammarica è anche il poco rispetto che Pompignoli dimostra nei confronti della scuola e degli insegnanti. E’ semplice additare a distanza alla strumentalizzazione, incolpando coloro che ogni giorno sono impegnati attivamente e con serietà a fianco dei ragazzi, senza cercare di approfondire e capire.

Il rispetto della persona, al di là della propria provenienza, del proprio ruolo o della propria appartenenza, che è il senso del progetto di San Vittore, dovrebbe guidare in primis l’azione di chi rappresenta i cittadini nelle istituzioni.

In tempi come quelli che stiamo vivendo non è semplice – conclude Montalti – parlare ai ragazzi di integrazione, civile convivenza, di rispetto ed accoglienza. Proprio per questo va riconosciuto l’impegno di una scuola che, anche attraverso questo tipo di progetti, crea le condizioni per superare muri e barriere culturali, e dunque contribuisce a prendersi cura della comunità».

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