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Economia malata

Cesena (photo credits: https://www.flickr.com/photos/paolo_cst/)

Continua il calo delle imprese attive. Perdono i settori più rilevanti. Preoccupa la diminuzione del manifatturiero

Il bicchiere è mezzo vuoto. Che la nostra economia abbia dei problemi è sotto gli occhi di tutti. E, dal report semestrale della Camera di commercio, si può cercare di fare un’ulteriore analisi dello stato di salute del sistema produttivo provinciale.

I dati sono chiari. Dal confronto con il 30 giugno dello scorso anno emerge un calo delle imprese attive dello 0,7 per cento, maggiore del calo regionale (-0,4%), mentre risulta stabile il dato nazionale (+0,1%).

 

Inoltre emerge che c’è una diminuzione in tutti i settori numericamente più rilevanti. Il Commercio (22,2% aziende sul totale) perde l’1,5%, l’Agricoltura (17,8%) in flessione dell’1,6%, le Costruzioni (15,1%) in diminuzione dell’1,1%, il Manifatturiero (9,7%) con un -0,8%, e l’Immobiliare (6,2%) con un  -1,9%.

Sono in crescita, invece, le attività di Alloggio e ristorazione (+0,7%) che pesano per il 7,5% del totale delle imprese attive provinciali.

 

Se il calo di agricoltura e costruzioni può essere considerato fisiologico, quello del manifatturiero preoccupa e non poco.

 

Senza nulla togliere all’importanza dei servizi, la crescita di un territorio ruota attorno al manifatturiero. L’importanza del comparto va al di là di quanto possa essere descritto con le statistiche. Dal manifatturiero originano i guadagni di produttività, che sono la base per l’innalzamento del benessere (anche in termini di maggior tempo libero), dell’intero sistema economico, direttamente e indirettamente.


La manifattura è fonte di conoscenza. Sia perché dalle imprese manifatturiere viene fatta la maggior parte della ricerca, di base e applicata. Sia perché lo stesso fare, cioè il produrre, propone miglioramenti e avanza soluzioni nei processi e nei prodotti. Questa conoscenza non rimane confinata dentro il settore manifatturiero, ma si diffonde all’intero sistema economico.

 

Invece noi scontiamo una bassa propensione al high tech. È sempre stato un elemento di debolezza del nostro settore produttivo. E, se non si lavora in quella direzione, si è perdenti. Del resto non è una novità che l’innovazione digitale nelle imprese sia un fattore determinante e ormai imprescindibile per la competitività e lo sviluppo del sistema imprenditoriale. Quindi è quella, signori candidati a sindaco, la direzione in cui si deve andare per uno sviluppo consolidato e non per crescite che, in molti casi, rischiano di essere effimere.

 

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