Al momento l’andamento dei prezzi non è sicuramente incoraggiante, e per recuperare almeno i costi sostenuti la speranza è che possa migliorare significativamente.
Annata dura per i cereali “a paglia”. È l’allarme lanciato da Promosagri. Dopo un 2017 record i risultati del 2018 deludono le aspettative delle Cooperative Agricole Braccianti di Ravenna. Rispetto all’anno scorso sono andati “persi” 38 mila quintali. Quest’anno le CAB hanno coltivato a cereali da paglia 3.512 ettari così suddivisi: 1665 a grano tenero, 1523 a grano duro, 315 ad orzo e la restante superficie a cereali minori. La superficie coltivata in regime di agricoltura biologica è in aumento e si attesta a 393 ettari, l’11% del totale. La produzione complessiva di cereali ottenuta, a parità di superficie, è stata di 192.000 quintali rispetto ai 230.000 ottenuti nel 2017. Per il frumento tenero la produzione media ottenuta è pari a 58 quintali all’ettaro, inferiore del 17% rispetto alla produzione 2017. Per il frumento duro stesso andamento negativo, la produzione media ottenuta è pari a 54 quintali all’ettaro, inferiore di circa il 12% rispetto a quella del 2017. Così pure per l’orzo con produzione media ottenuta di 47 quintali per ettaro. Le produzioni biologiche ottenute sono di ottima qualità, naturalmente più basse rispetto alle coltivazioni in convenzionale, comunque calate tra il 10 e il 15% rispetto al 2017. I parametri qualitativi sono buoni, come caratteristiche panificatorie e pastificatorie, e gli aspetti sanitari sono positivi per l’assenza di micotossine. Come al solito la variabilità dei risultati produttivi è ampia, in relazione agli aspetti pedologici, varietali, agronomici e microclimatici. Da segnalare l’andamento climatico che ha sfavorito le colture, piovosità eccessiva che ha causato ristagni idrici e abbassamenti termici che hanno influito negativamente sull’allegagione, temporali, anche con grandine, che hanno causato allettamenti. Da segnalare una vasta area colpita da grandine che ha interessato i terreni della CAB Massari per circa 2000 ettari con colture varie. Al momento l’andamento dei prezzi non è sicuramente incoraggiante, e per recuperare almeno i costi sostenuti la speranza è che possa migliorare significativamente.
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