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Giubilei sì o no

Crescono le spinte a candidarsi. Intanto prende corpo la campagna elettorale. Sento parlare poco di economia, mentre le scelte sono fondamentali per governare

Sarà Giubilei il candidato del centrodestra? Non lo so. È certo che in questi ultimi giorni le sue quotazioni sono cresciute. Per lo meno a livello mediatico.

 

Indubbiamente per il centrodestra si tratterebbe di una candidatura forte. Molto. Io però ho dei dubbi sulla possibilità che lui possa accettare. Non ci ho parlato. È  solo una sensazione. Ma parto dalla considerazione che se dovesse fare il sindaco, Giubilei rischierebbe di sacrificare la sua attività che funziona piuttosto bene, ma che ha ancora bisogno di lui. Staremo a vedere. Forse qualcosa di più lo si capirà nel corso degli stati generali del centrodestra organizzati proprio da Giubilei è che si terranno sabato.

Però, se devo dire la verità, con il passare dei giorni i nomi mi interessano sempre meno. Preferisco cercare di capire qualcosa sui programmi. Purtroppo sento parlare poco (o niente) di economia. Cosa volete, ognuno ha i suoi pallini. Io credo che tutto ruoti attorno alle ricette economiche. Perché, senza lilleri non si lallera.

 

È vero che molto dipendiamo dalle decisioni del governo nazionale. Ma anche in ambito locale si possono fare scelte importanti. A partire dalla politica di bilancio. Fare più o meno indebitamento è il primo quesito al quale si deve dare una risposta. Lavori pubblici: quanti (quali sarà una scelta successiva) e come finanziarli? Anche questa credo sia una domanda alla quale serve dare una risposta compiuta.

 

C’è poi il grande tema dell’università. Io mi auguro sia definitivamente archiviato l’argomento dell’autonomia da Bologna, mentre si mettano in atto interventi per migliorare l’interazione con le imprese. Cesena e la Romagna hanno un grande bisogno di innovazione. Se non percorriamo questa strada rischiamo grosso. È però  fondamentale l’università che però, a sua volta, deve dialogare sempre di più con il territorio e le imprese in particolare. Soprattutto in una zona come la nostra dove ci sono tante piccole e medie imprese.

L’innovazione passa anche attraverso la valorizzazione delle startup. In questo senso è importante anche agire sul fronte del credito. Gli analisti dicono che siamo fuori dal credit crunch. È vero, l’accesso al credito è più  facile, ma per chi è a che condizioni? Le startup sono aziende per nulla capitalizzate e con soci, in genere, che non possono dare garanzie. Chi le finanzia e a che termini?

 

C’è poi il tema della burocrazia. Anche quello è economia. Secondo Carlo Cottarelli, economista, è uno dei problemi principali del sistema Italia. Si potrebbe fare molto anche a livello locale.

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