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Scoperto a Villafranca il busto in memoria di Don Gaetano Lugaresi (1910-1975)

Nel 1943 e nel 1944 accolse sfollati, antifascisti e partigiani , presso la parrocchia di San Martino in Villafranca. Catturato dalle brigate nere e imprigionato prima a Ravenna e poi nel carcere di Forlì istituito dalle SS tedesche nel Brefotrofio di viale Salinatore. Tutti i prigionieri di questo luogo nel settembre 1944 furono fucilati, in momenti diversi, dai nazifascisti nei pressi dell'Aeroporto Ridolfi e frettolosamente sepolti nelle buche create dai bombardamenti aerei del marzo precedente. Solo Don Lugaresi e pochi altri, pur sottoposti a duri interrogatori e bastonature, si salvarono grazie al deciso intervento del vescovo Mons. Giuseppe Rolla. 

Oltre 150 persone hanno partecipato alla cerimonia di scoprimento del busto dedicato a Don Gaetano Lugaresi, parroco di San Martino in Villafranca dal 1942 al 1975, che si è tenuta domenica 14 ottobre 2018. L’opera, realizzata dell’artista forlivese Angelo Ranzi, è stata collocata nell’area verde della frazione adiacente alla via dedicata allo stesso don Lugaresi. 

È stato il sammartinese Valerio Sansovini ad avere l’idea, oltre un anno fa, di ricordare in modo perenne una importante figura della Diocesi e della città di Forlì attraverso la realizzazione di un monumento. Un obiettivo che è stato fatto proprio dal locale Comitato di Quartiere, dalla parrocchia, da diverse aziende del posto e dai tanti cittadini che, partecipando alle varie iniziative di raccolta fondi per coprire le spese, hanno consentito l’attuazione del progetto. 

Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco di Forlì Davide Drei, il parroco Don Stefano Vasumini e l’artista Angelo Ranzi. Gabriele Zelli ha rievocato la figura di Don Lugaresi ricordando i suoi incarichi di cappellano a San Biagio nel 1933, a San Mercuriale nel 1935, a Santa Lucia nel 1939, di direttore dell’Istituto San Luigi, di assistente diocesano della Gioventù Cattolica e di insegnamento di religione al Liceo classico, all’Istituto Tecnico Industriale e di lettere in seminario. Sono stati messi in evidenza altri momenti della vita del prelato, in particolare di quando nel 1943 e nel 1944 accolse, presso la parrocchia di San Martino in Villafranca, sfollati, antifascisti e partigiani.

Per questo fu catturato dalle brigate nere e imprigionato prima a Ravenna e poi nel carcere di Forlì istituito dalle SS tedesche nel Brefotrofio di viale Salinatore. Tutti i prigionieri di questo luogo nel settembre 1944 furono fucilati, in momenti diversi, dai nazifascisti nei pressi dell’Aeroporto Ridolfi e frettolosamente sepolti nelle buche create dai bombardamenti aerei del marzo precedente. Solo Don Lugaresi e pochi altri, pur sottoposti a duri interrogatori e bastonature, si salvarono grazie al deciso intervento del vescovo Mons. Giuseppe Rolla. 

Patrizia Carpi, coordinatrice del Comitato di Quartiere, ha messo in evidenza che: “Tutti coloro che hanno conosciuto Don Lugaresi ricordano la sua presenza costante tra i suoi parrocchiani, di come amava giocare a pallone con i ragazzi e delle feste parrocchiali che organizzava, queste ultime duravano una settimana con la presenza delle giostre e in alcuni momenti della banda. Tutti lo ricordano, ha continuato Patrizia Carpi, con la sua presenza autorevole, ma con lo sguardo buono. Il ricordo di Don Lugaresi vive dentro alla nostra memoria. Con la collocazione del busto si vuole non solo omaggiarlo ma anche mantenere vivo il suo ricordo nel nostro cuore”.

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