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Per i 5Stelle è allarme rosso

L'ultima rilevazione Swg boccia l'attività di governo dei pentastellati, ma non c'è chi ne approfitta

I sondaggi, si sa, vanno presi con le molle. Però l’ultima rilevazione dell’Swg deve mettere sull’allerta i 5Stelle. È stato fatto fra il nove e l’undici gennaio e pubblicato martedì. Il titolo è “I 5Stelle alla prova del governo”.

Solo per il 29 per cento del campione i pentastellati hanno dimostrato capacità di governare. Dal  sessanta per cento arriva il pollice verso. La base elettorale però resta fiduciosa e speranzosa. Solo un decimo esprime giudizi negativi. Nel contempo, però, giudizi soprattutto negativi arrivano dagli elettori delle altre forze politiche, ma, in particolare, dagli indecisi. Solo il 15 per cento circa li promuove.


La rilevazione ha interessato anche le grandi città (Roma e Torino) governate dai 5Stelle. Ci sono delle sorprese. Come era prevedibile è freddino il giudizio sulle performance nella capitale. Solo il 26 per cento ritiene che i 5Stelle abbiano dimostrato capacità di governare Roma, il sessantacinque per cento li boccia e il nove non sa. Ma il dato sorprendente è un altro: la sindaca di Roma è più apprezzata di quella di Torino. In seguito ad una domanda specifica solo il 16 per cento promuove Virginia Raggi (il 50 per cento degli elettori pentastellati), ma va meglio di Chiara Appendino che è stata promossa solo dal dieci per cento (52 per cento fra gli elettori 5Stelle).


Dunque, una situazione indubbiamente complicata, ma della quale le opposizioni, il Pd in particolare, non ne sanno approfittare. Le intenzioni di voto parlano chiaro. La Lega è quotata dal 32,2 ed è di gran lunga il primo partito. Poi ci sono i 5Stelle, al 25,2. Seguono: Pd 17,3; Forza Italia 8,2; Fratelli d’Italia 8,2; +Europa 3,2; Mdp 3,1; Potere al Popolo 2,5; altri 4,1. Quasi il 36 per cento non si esprime.

Sono dati, quelle delle intenzioni di voto, che devono far riflettere anche il Pd che dimostra di non riuscire ad approfittare delle difficoltà dei 5Stelle. Non solo non è riuscito ad attirare i molti consenso che i grillini (sempre secondo i sondaggi) hanno perso dopo le politiche, ma continua a non trarne vantaggio. I motivi sono essenzialmente due. Innanzitutto l’assenza di una proposta politica adeguata. Manca un’idea e una visione che appassioni e che riesca a mobilitare tanta gente. Ma c’è anche l’assenza di un leader attrattivo. Significativo, in tal senso, è, su repubblica.it, il titolo ad un commento di Piero Ignazi: Il cuore spento del Pd.

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