Con la vicenda dei topi si è data un'immagine distorta della città che invece era e resta bella, pulita e accogliente e continua ad avere molte eccellenze
Tiberio Timperi dovrebbe chiedere scusa a Cesena. O, quantomeno, riconoscere in diretta l’efficienza della città Malatestiana. Tutto per una battuta che, nei giorni scorsi, il conduttore de “La vita in diretta” ha detto in trasmissione. Si parlava dei topi che infestavano la zona di Gattollino e Timperi, fra il serio e il faceto, ha detto che ora sarebbero state zitte tutte quelle persone che quando lui era nel Cesenate ironizzavano sui topi di Roma. Le parole non sono state proprio quelle, ma il senso sì.
Non so chi siano quelle persone, ma se io fossi in loro a Timperi farei un bel marameo facendogli presente che a Cesena il problema è stato risolto in pochi giorni.
Ed è un bene che sia stato risolto in fretta perché Cesena non merita la gogna mediatica alla quale era stata sottoposta per colpa dell’incuria di poche persone e fa bene il sindaco a chiedere i danni di immagine.
Cesena era e resta una bella città, pulita e con delle eccellenze. Sì cita sempre la biblioteca Malatestiana, ma io ci metterei tutto il centro storico, anche con angoli e monumenti belli, ma non pubblicizzati. Ma non solo. Ad esempio, c’è la stupenda Villa Silvia che trasuda di di storia e di cultura.
Anche in ambito imprenditoriale Cesena ha numeri importanti. È di queste ore la notizia che Amadori tratta l’acquisto di Vismara, operazione che dovrebbe concludersi. Al di là del fatturato, è un marchio importante che all’azienda cesenate potrebbe garantire sinergie e una sponda per l’export. È un settore di mercato che Amadori guarda da tempo. Non a caso anni fa si parlava di un interesse su Parmacotto.
Altra eccellenza secondo me è CesenaLab. Se ne parla poco, ma cresce. A me la creazione di un incubatore era piaciuta subito. Qualcun altro aveva accolto la notizia un po’ più freddamente. Ritengo importante creare delle strutture che possano supportare le idee imprenditoriali dei giovani. Devono però essere snelle, funzionali, meritocratiche e non puramente assistenzialiste.
L’inizio di CesenaLab non fu al fulmicotone. Però ebbe il merito di non sedersi. Avrebbe corso il rischio di un appiattimento verso il basso. Invece sono stati fatti dei continui passi in avanti e i risultati si stanno vedendo. È di questi giorni la notizia che “Marina”, una delle startup, ha ottenuto un finanziamento di 100 mila euro. Ma ce ne sono altre due che stanno avendo riscontri positivi. Una è Vibre e l’altra Radof che è appena uscita dal contenitore avendo concluso il suo percorso. CesenaLab è una mamma che non ti accompagna all’infinito. Perché non è giusto e anche perché c’è una discreta lista di attesa. Anche questa testimonia la bontà dell’iniziativa e della gestione di Dario Maio, presidente; Lorenzo Tersi, vice; Roberto Pasi, general mentor; e dall’attivismo di un consiglio indicato è supportato dalle associazioni.
Un’ulteriore crescita potrebbe arrivare grazie al supporto di Credite Agricole che pare intenzionata a collaborare fattivamente anche con la propria rete di relazioni nazionali e internazionali.
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