Luca Ferrini spiega perché ha scelto di appoggiare il candidato di centrosinistra
Luca Ferrini è un importante esponente del mondo repubblicano. È cresciuto a pane e rilla. È anche attivo di Facebook. Nell’ultimo periodo si è molto dibattuto quando ha detto che sosterrà Lattuca. Spesso su Facebook esce un messaggio compresso. I motivi della scelta Luca Ferrini adesso Luca Ferrini li spiega in maniera più dettagliata. La nota.
Vengo da 10 anni di opposizione. Mi sono impegnato, anche mettendoci la faccia, a contrastare la politica del Sindaco uscente, Paolo Lucchi. Oggi, però, il mondo è cambiato ed è necessario prendere una posizione. Anche apparentemente incoerente: non possiamo lasciar andare Paese e Città verso una deriva nazional-populista. Occorre un nuovo patto per liberare l’Italia dall’incubo. Un nuovo C.L.N., non violento ovviamente, ma deciso a non scadere nell’inerzia.
Conosco Enzo da quando era un giovanissimo consigliere comunale. Ci siamo scontrati, anche fortemente, ma ci siamo sempre rispettati. Ho potuto scorgere in lui una passione ed uno studio dei problemi rari in chi fa politica di questi tempi. Credo sarà un ottimo Sindaco. Se poi sarà affiancato da qualche Repubblicano, le cose andranno ancora meglio per Cesena.
Non sarà facile perché la crisi economica morde oggi più di ieri. Servono politiche coraggiose, di lungo respiro. Il peccato mortale della politica contemporanea, qui come a Roma, è la miopia: interessa ormai solo l’immediato domani. Mancano le capacità di guardare in prospettiva.
Un esempio. Perché non sfruttiamo il ‘regalo’ del Governo sul reddito di cittadinanza: paga lo Stato? E allora storniamo soldi del bilancio comunale per aiutare le imprese ad espandersi e ad assumere lavoratori. O per ridurre odiosi balzelli agli esercizi commerciali in agonia, come la tassa di occupazione di suolo pubblico.
Si potrebbe aiutare le imprese su progetti concreti, garantendo il Comune fino a una certa cifra i prestiti in banca di cui hanno bisogno. Andrebbe messa all’opera una squadra che valuti la serietà delle idee, certo, ma sarebbe un aiuto importante per chi non ha ‘firme’ in famiglia per accedere al credito.
Dobbiamo rendere Cesena una città appetibile, rimettere in piedi il gioiello che era l’autotrasporto (ottima l’idea di Lattuca occuparsi da subito di Via Emilia-bis, E45 e, perché no?, del collegamento Ravenna-Mestre), aiutare l’agricoltura rimettendola al centro dell’attenzione. Ha ragione ancora Lattuca: se ragioniamo solo di Cesena siamo morti. Lo sguardo deve essere almeno alla Romagna, a prescindere dalla forma che daremo all’idea.
Il centro-storico è il cuore della città: Sirio c’è e dobbiamo fare, come si suol dire, di necessità virtù. Ma vanno aperti varchi di orario al mattino e al pomeriggio per chi abbia bisogno di accedere. La notte, dalle 20 alle 8 di mattina, l’accesso dovrebbe essere libero: chi deve accompagnare, di sera, un amico o un parente residente in centro, non deve rischiare la multa! Un po’ di elasticità, che è mancata alla Giunta Lucchi, sarebbe un balsamo per rilanciare il nostro bellissimo centro.
Altro aspetto: i quartieri. I quartieri sono la VERA ricchezza della Città. Non sono solo periferie, dormitori o peggio. Sono il nerbo di Cesena, che ha un interland enorme quanto vivace, e tutte le zone devono avere la medesima attenzione da parte dell’Amministrazione comunale. I problemi non si risolvono coi campanilismi, si risolvono con uno sguardo unitario, con una regìa comune.
Ecco perché mi piacerebbe pensare ad un Consiglio comunale itinerante, che si riunisca una volta al mese presso una struttura di quartiere, e che metta all’ordine del giorno SEMPRE uno o più problemi dell’uno o dell’altro quartiere da discutere pubblicamente. Perché ai Consigli comunali la gente partecipa poco? Perché si avverte il Palazzo distante da chi ne sta fuori. Dobbiamo riavvicinare i cittadini alla loro Casa democratica.
Ultima cosa: il metodo per affrontare i nodi più importanti. Dialogo, dialogo, dialogo. Il metodo deve essere quello di studiare i problemi insieme alle associazioni di categoria, ai sindacati, alle persone coinvolte, agli esperti. Poi, certo, la politica deve decidere, ma prima deve conoscere le cose. Gli ultimi 10 anni sono spesso stati troppo autoreferenziali: non deve essere più così.
Enzo Lattuca è uomo del dialogo, che saprà interpretare bene questa esigenza di confronto e di cambio di passo. E faticasse a riuscirci… ci saranno i Repubblicani a ricordarglielo.
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