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Il Pri e Lattuca

I vertici dell'Edera: "Non era un'alleanza scontata. Accolte molte delle nostre proposte, a partire dalla discontinuità"

Non hanno rincorso Renzi e non rincorreranno Salvini. I numeri (voti) non sono più quelli di una volta, ma la schiena del Pri rimane dritta e si fa forte della riconosciuta capacità di elaborazione.  Alle prossime amministrative l’Edera sarà alleata di Lattuca. Ma non è stata una scelta senza se e senza ma. E i vertici non hanno neppure nascosto che la loro priorità era un’altra. Volevano creare il polo laico e democratico. Ci hanno lavorato. Eccome se lo hanno fatto. In particolare con i Popolari per Cesena e Cesena siamo noi. C’erano anche delle convergenze. Parecchie. Ma quanto Cesena siamo noi ha detto che non ci sarebbe stato spazio per i simboli di partito, l’Edera ha salutato il tavolo. “Alla nostra storia – ha detto Romano Fabbri – non possiamo rinunciare”.


I vertici del Pri cesenate

A quel punto è partita la trattativa con Lattuca. A sbloccarla è stato proprio il giovane candidato a sindaco chiamando Fabbri e dicendo che a lui l’ottanta per cento del programma del Pri andava bene. Inoltre i vertici del Pri ritengono di essere stati ascoltati sotto un aspetto che ritenevano dirimente: la discontinuità con l’attuale amministrazione. “Il programma della coalizione – dice Fabbri – parte riconoscendo la necessità di un cambiamento radicale”.

Il Pri ritiene di aver ottenuto soddisfazione in molte delle sue proposte. I parcheggi in centro si faranno. Resta da capire dove, ci si sono diverse soluzioni. Anche sul Novello sono soddisfatti del compromesso raggiunto: gli appalti in corso non saranno fermati, poi sui lotti successivi si soprassiederà. Il problema casa sarà affrontato ripartendo dall’invenduto. Ci sono oltre duemila appartamenti da piazzare. In buona parte sono in pancia alle banche.


I rappresentanti dell’Edera poi sono soddisfatti perché nel tema del welfare è stato inserito un punto al quale loro sono molto sensibili: le nuove povertà. In città ci sono tantissimi nuovi poveri. Persone che fino a qualche anno fa facevano parte del ceto medio, ma che, in poco tempo, sono entrati a far parte della categoria dei nuovi poveri. Ci sono professionisti, piccoli e medi imprenditori, commercianti. Tutte persone ai quali la crisi ha portato via tutto e che, ora, hanno due difficoltà. Innanzitutto quella di ricollocarsi, poi c’è l’aspetto umano: calarsi nella nuova realtà. Serve un approccio che vada bene oltre l’assistenzialismo.

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