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La sorpresa Alberti

Si è schierato con Rossi, ma è il candidato numero uno alla presidenza della Fondazione Carisp, ruolo da sempre super partes. Cosa sceglierà?

La presentazione della candidatura a Sindaco di Andrea Rossi all’Interno del suo  Teatro Verdi ha riservato una sorpresa.
A lasciare tutti a bocca aperta è stato non tanto lo scontato imprimatur dei leader del centrodestra (Morrone per la Lega, Minutillo per Fratello d’Italia, Bartolini per Forza Italia) a favore di un candidato definitivamente lontano dal “nè di destra nè di sinistra” annunciato alla vigilia.

Arturo Alberti


A sorprendere tutti è stata la posizione di Arturo Alberti, pediatra stimato in città, esponente di primo piano di Cielle, già presidente di Avsi. Perché Alberti, che si è schierato esplicitamente dichiarando che la sua adesione alla lista civica pro Rossi “è legata a valori sui quali i cattolici non possono derogare e si rifiutano di diventare una semplice enclave all’interno di una organizzazione forte e controllata, come altri che hanno fatto scelte di campo differenti”, non è solo un leader ciellino. Come tanti sanno Alberti è soprattutto da mesi in corsa come favorito per diventare Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio. E cioè di quella struttura che, pur impoverita dal ridotto peso delle azioni di Crédit Agricole possedute, ancora rappresenta il meglio dell’imprenditoria e della libera professione della nostra città.

Andrea Rossi


La sorpresa sta tutta qui: non era mai successo che il Presidente della Fondazione di Cesena (o di altre città della Romagna, a quel che so) si schierasse politicamente. Non era schierato Davide Trevisani o Bruno Piraccini. Non lo è mai stato Guido Pedrelli. E questo nonostante ognuno dei tre abbia le sue simpatie politiche. E neppure il potentissimo Roberto Pinza, Presidente della potentissima consorella forlivese, da quando occupa quel ruolo non ha  battuto un colpo in campo politico.
Perché si fa così, perché il Presidente della Fondazione bancaria cittadina deve avere a che fare con tutti (compreso il Comune) da una posizione “terza” e deve cioè essere al di sopra delle parti. Alberti non lo sarebbe, oggi lo ha esplicitato.


Ecco che un dubbio sorge spontaneo. Quando Romano Colozzi ha chiesto ai candidati sindaco (ma soprattutto a Rossi) di essere liberi rispetto ai poteri forti, forse si riferiva proprio ad Alberti, in una lotta fratricida tra padri nobili di Cielle cesenate?
E come potrebbe Alberti, da Presidente della Fondazione, trattare con libertà con il Comune, se Rossi diventasse sindaco, essendone sostenitore e “dipendente” politicamente?
Il “salotto buono” di Cesena accetterà la scelta di Alberti e lo eleggerà comunque Presidente della Fondazione bancaria?


In ogni città d’Italia la risposta sarebbe che no, quando si è così esplicitamente componenti di una parte politica, non si può essere eletti Presidenti di una Fondazione bancaria che vuole mantenere la sua autonomia. A Cesena come andrà a finire?

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