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Cambiamento o no?

Interessante sondaggio fatto in sei paesi europei in vista delle elezioni del 26 maggio

Le elezioni Europee è il tema di un sondaggio condotto nei sei  principali paesi del vecchio continente: Italia, Spagna, Francia, Germania, Polonia e Austria. Se ne è occupato un pool di sondaggisti di cui fa parte, come capofila, l’italiana Swg.

Preoccupazione. Innanzitutto emerge che i venti che attraversano l’Europa generano sensazioni negative. Ma con numeri diversi. Il dato più basso è austriaco (53 per cento), il più alto francese (87 per cento). In Italia i “preoccupati” sono al 63 per cento.

Cambiamento. La Francia è però lo Stato dove c’è la percentuale maggiore che spinge per un cambiamento radicale. Lo chiede il 39 per cento sulla spinta dei ceti popolari (52 per cento). In Italia la richiesta è del 28 per cento sulla spinta del 38 per cento dei ceti popolari.

Migranti. L’oltranzismo maggiore arriva da Austria e Polonia (63 e 58 per cento). L’Italia con i! 39 è tra le più moderate. Più in basso solo la Spagna.

Protezionismo. Non convince. La quota più alta è quella polacca (33 per cento), la più bassa della Germania (16). L’Italia è al 25.

L’europeismo resiste. La Spagna (67 per cento) è lo Stato con la percentuale maggiore. La minore (50) la Polonia. La quota italiana è al 61 per cento.

Promossi e bocciati.  Valutate alcune categorie professionali. Deludenti (voto tra il 5,5 e il 5,9): medici, responsabili terzo settore, personaggi della cultura, commercianti. Insufficienti (tra il 5,4 e il 4,6): dirigenti di cooperative, parroci, giornalisti, magistrati e avvocati, imprenditori e manager, associazioni di rappresentanza, professori universitari. Bocciati (voto inferiore al 4,5): politici, gerarchia ecclesiastica, parlamentari, vertici di banche, dirigenti sindacali.

Le fratture sociali. Quelle vecchie erano tra centro e periferia, tra stato e chiesa, tra città e campagna, tra lavoro e capitale, tra democrazia e potere, tra natura e produttivismo. Le nuove: tra onesti e furbi, tra ricchi e poveri, noi e loro, lavoro stabile e flessibile, equità e disuguaglianze, tasse e libertà d’impresa, popolo e élite.

Intenzioni di voto. Lega 33,4 (28 seggi); 5Stelle 22,1 (19 seggi); Pd 19,8 (17 seggi); Forza Italia 8,8 (7 seggi); Fratelli d’Italia 4,4 (4 seggi);  +Europa 3 (zero seggi); Swg 0,4 (un seggio); altri (sotto il tre per cento) 8,1.

Possibili maggioranze. Servono 353 seggi. La più solida sarebbe Popolari, Socialisti e Alde con 416 seggi. Più risicata Popolari, Socialisti, Efa con 366 seggi.

Il futuro dell’Ue. Più integrazione per l’80 per cento dei socialisti e il 71 dei popolari. Per il 62 per cento dell’Enf serve più autonomia.

Immigrazione. Solo i socialisti sono per l’accoglienza, favorevole il 68 per cento del campione. Il 68 per cento dei popolari invece è per la chiusura, quota che sale all’82 fra l’Enf.

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