Intervento dei Liberaldemocratici
Sul tema degli insoluti intervento dei Liberaldemocratici.
Che quello degli insoluti sia un problema vero è stato confermato anche dal collegio dei sindaci revisori del Comune di Cesena, che lo hanno segnalato con una frase inequivocabile: “Raccomanda di monitorare attentamente l’andamento e le procedure di riscossione dei residui attivi/crediti con particolare attenzione alla anzianità degli stessi”. Solo la Giunta ostenta sicurezza sul tema, pensando che non sia necessario operare nessuna rivisitazione organizzativa.
Parliamo di 38 milioni di Euro accertati dai Revisori: se anche ne considerassimo solo la metà, è inutile spiegare quante scuole, quante strade, quanti giardini si possono costruire.
Nel mentre, si cerca di diminuire l’impatto degli insoluti in modo singolare.
Da un lato si riduce l’emissione delle infrazioni al Codice della Strada (4.100.872€ nel 2016, 3.347.319,88€ nel 2017, 1.175.891,38€ nel 2018), principale fonte di insoluto.
Dall’altro si stralciano dal bilancio insoluti con una velocità mai vista: 472 mila € nel 2016, 1,172 milioni € nel 2017, 3,603 milioni € nel 2018.
Mentre si cerca di mascherare lo stato sempre più ingovernabile degli insoluti, gli stessi aumentano, con la TARI in esplosione, arrivata nel 2018 a quasi tre milioni.
Con questo trend saranno sempre meno cittadini a doversi far carico dei costi, impedendo la loro equa distribuzione e ancor più il calo significativo della tariffa.
Codice della strada, Tari, ma non solo: ci sono altre tipologie a chiedere visibilità tra gli insoluti, vedi le rette nidi e refezione scolastica (400 mila € nel 2017 ultimo dato disponibile), o l’IMU con i suoi 590 mila € del 2017 (ultimo dato disponibile), a conferma di una situazione in evoluzione negativa, di un modello sociale che sta mutando.
Quel che serve con urgenza è un’analisi di dettaglio dello stato degli insoluti (per poter responsabilmente individuare gli insoluti per necessità), il loro monitoraggio continuo, la responsabilizzazione della dirigenza nell’anticipare il più possibile la fase dell’accertamento per rendere più efficace l’incasso, l’adozione di misure cautelari, come iniziano a fare altri comuni.
Fare paragoni con altre città, e buttarla sul colore di chi le amministra, è un tentativo disperato di sviare l’attenzione sulla gravità del problema: dovremmo essere felici come cesenati perché c’è qualche città che sta peggio di noi?
Piuttosto, l’Amministrazione farebbe bene a rispondere a queste domande: perché nel Piano Esecutivo di Gestione (il documento che contiene gli obiettivi da raggiungere), tra gli obiettivi non c’è nulla che riguardi l’efficacia della riscossione? Perché non c’è un solo indicatore che misuri (e premi di conseguenza) il rapporto tra quanto è il dovuto e quanto è il riscosso?
Non basta gettare la polvere sotto il tappeto, occorre spazzare, spazzare, e dare aria nuova agli ambienti
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