Ugo Vandelli (Equilibrio Sicurezza) amareggiato per il trattamento riservato al segretario provinciale
Ugo Vandelli segretario generale regionale Emilia Romagna Equilibrio Sicurezza “il sindacato dei poliziotti”, interviene per segnalare quello che è successo al segretario provinciale di Equilibrio Sicurezza. La nota.
Alle soglie del 2020 e a distanza di molti anni dalla nascita dei sindacati in polizia pensavo – con l’innocenza che si addice a un bambino – che situazioni del genere non avessero più ad accadere. Ahimè, mi sbagliavo.
L’antefatto: il 20 cm., il segretario generale provinciale di Equilibrio Sicurezza, persona seria con qualifica apicale, in servizio presso il commissariato di Cesena, al fine di partecipare alla verifica del secondo semestre 2018 presso la questura di Forlì, prevista per il giorno successivo, si faceva autorizzare in extremis dall’ufficio rapporti sindacali del Dipartimento, tramite la segreteria nazionale. Ricevuta l’autorizzazione da Roma, il dirigente sindacale, rispettoso delle “regole”, faceva un’altra verifica chiedendo conferma all’ufficio di gabinetto della questura, che non poneva ostacoli alla sua presenza il giorno successivo. Preme rilevare che il poliziotto/sindacalista il pomeriggio e/o la sera precedente la riunione, o il mattino seguente non riceveva nessuna comunicazione diversa da quella già ottenuta. L’indomani il segretario provinciale si recava da Cesena a Forlì con mezzi propri, essendo in permesso sindacale e non in servizio convocato dell’amministrazione, dove si presentava alle 10.00, orario stabilito per l’inizio della verifica.
Il fatto: invitato immediatamente a lasciare la sala riunioni da un “solerte” funzionario della questura, all’arrivo del questore (presidente), prima dell’inizio della verifica, su sollecitazione di un suo collaboratore (segretario) il poliziotto/sindacalista veniva allontanato, per non usare il desueto termine “cacciato”, dall’assemblea in quanto, a dire del questore, “non aveva il diritto di partecipare”.
Immaginabile l’imbarazzo dell’interessato, trattato come un abusivo in quella situazione… Per dovere di cronaca, è corretto evidenziare che parte del tavolo occupato dalle altre sigle sindacali (ovviamente non tutte) ha cercato di porre rimedio – senza successo – a quest’anomalia procedurale, che non trova riscontri oggettivi e/o giuridico – sindacali anche se, in altri tempi, forse più saldi nel significato della parola “Sindacato”, (dal latino: stare insieme), tutto il tavolo si sarebbe alzato abbandonando la riunione per solidarietà al collega (oggi a me domani a te…) rispondendo così all’atteggiamento di chiusura dimostrato dall’amministrazione con motivazioni labili e capziose.
Purtroppo oggi non è ieri e forse è per tutti più difficile stabilire quando è in gioco non solo il rispetto delle regole, che a volte sono soggette a interpretazione, ma in primis la dignità delle persone. Nel caso specifico non si è leso solo il diritto sindacale del dirigente, ma indirettamente anche quello professionale dell’anziano poliziotto, e, molto più grave, quello della dignità dell’uomo. In futuro, saremo molto attenti nel verificare se le “rigide” regole applicate dai vertici della questura valgono per tutti i livelli e in tutte le occasioni…
Conclusioni: a qualche giorno dall’inverosimile quanto anomalo episodio; riunita la segreteria provinciale e regionale; valutati a mente fredda e con serenità i fatti; si è concluso che non è intenzione di questa O.S. sottacere a quanto accaduto: non soltanto per il fatto, deprecabile di per sé, ma per salvaguardare il principio sacrosanto del rispetto che si deve a ogni sindacato, di qualunque sigla si tratti, e dei tantissimi colleghi che in quest’attività si impegnano, a tutela di tutti i poliziotti e dei cittadini. Per il comportamento antisindacale attuato dal questore, con relativo danno d’immagine al sindacato e ai suoi dirigenti, è stata interessata la segreteria nazionale, già parte attiva nella vicenda; inoltre l’ufficio rapporti sindacali del Dipartimento, la segreteria del capo della Polizia e gli avvocati che tutelano la nostra organizzazione sindacale al fine di valutare l’opportunità di intraprendere eventuali azioni legali. Non per ultimi i media locali, nazionali e i social.
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