Renato Lelli (Pri) contesta la decisione del governo di non riconoscere lo stato di emergenza nazionale
No al riconoscimento dello stato di emergenza nazionale per la E45. La decisione del governo è contestata da Renato Lelli, segretario regionale del Pri. La nota.
l NO della Presidenza del Consiglio al riconoscimento dello stato di emergenza nazionale causa prima la chiusura totale del viadotto Puleto sulla E45 e poi la parziale riapertura è uno schiaffo ad una comunità che nel corso di questi tre mesi ha tenuto un comportamento più che corretto, rinviando una manifestazione già fissata, prendendo per buone le promesse di ministri e sottosegretari.
Vorrei chiedere alle tante attività economiche che in questo periodo hanno subito ingenti danni economici, ai lavoratori che sono rimasti a casa non potendo continuare a svolgere il loro lavoro collegato al passaggio del traffico lungo la strada, agli studenti sottoposti a pesanti sacrifici per continuare ad avere garantito un diritto sancito dalla Costituzione se si sia in presenza di una situazione imprevista ed imponderabile risolvibile in via ordinaria.
Non può essere che ci siano risposte del governo solo quando una comunità alza la voce, di fronte a sollevazioni e blocchi stradali. A questo punto occorre una risposta corale di tutti i territori interessati, come la Romagna, l’alto Tevere e l’Umbria, più vicini al punto di chiusura e che hanno subito i danni più pesanti giustificando la richiesta di stato di emergenza. In particolare tutta la Romagna, se si crede veramente che possa essere una città metropolitana, come elemento di crescita e sviluppo di un territorio che ha caratteristiche comuni ed unificanti, deve presentarsi unito contestando la decisione del governo.
E’ giunto il momento di farsi sentire con maggior forza. Non bastano i Sindaci da soli, accompagnati da una rappresentanza pur autorevole delle organizzazioni economiche. Occorre andare oltre la proposta che avevo avanzato a metà gennaio. Occorre mettere in piedi una manifestazione coinvolgendo non solo Enti locali, forze politiche ed organizzazioni economiche e sindacali, Presidenti di Regione ma anche le popolazioni interessate.
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