È sempre un rischio parlare di referendum. Renzi docet. Intanto è positiva la decisione di Facebook
Una giornata importante, quella di ieri, per la democrazia. Facebook ha chiuso 23 pagine che producevano notizie false (fake news). Produrre notizie false e farle diventare virali è una delle principali (se non la principale) strategie comunicative della politica. Fatto che non può essere sottovalutato. Le ventitré pagine chiuse erano seguite da due milioni e mezzo di persone. Impossibile non pensare che non abbiano influenzato il voto.
È fuori di dubbio che questa sia una delle emergenze che il nostro governo dovrebbe affrontare. Il momento, fra l’altro, sarebbe quello ideale per la presenza di una particolare congiunzione astrale: presentazione della legge sul conflitto di interessi e Stati generali dell’editoria. Possibile che in uno dei due consessi non sia possibile introdurre un momento di dibattito sul mercato delle notizie false? Sia chiaro: non servirebbe una legge. Sarebbe sufficiente un osservatorio che lavorasse in maniera scrupolosa. L’intervento di Facebook è stato possibile solo grazie alla segnalazione di un’associazione di volontari non governativa.
Per lo Stato finanziare un’operazione del genere non sarebbe difficile. Basterebbe utilizzare i fondi che Crimi e i 5stelle hanno tagliato alla piccola e piccolissima editoria. Però mi rendo conto che la mia sia una illusione. È difficile pensare che Lega e 5Stelle cerchino di normare un settore nel quale sono particolarmente forti e col quale hanno costruito una parte del loro successo ottenendo quei risultati che li ha portati a governare assieme, matrimonio che è destinato a durare. Nonostante il Corriere della Sera continui a titolare “Il Governo alla resa dei conti”, moltissimi analisti sono concordi nel ritenere che non ci sarà nessuna crisi e che, di fatto, i gialloblù stiano trattando su cosa concedere all’avversario.
In questo quadro l’unica nota stonata è quella di Salvini. Ha detto che il voto Europeo sarà un referendum sulla Lega. Attenzione, come parecchi gli hanno già fatto notare, l’ultimo a fare un affondo del genere è stato Renzi e tutti sappiamo come è finita. Questo non vuol dire che questo sarà il destino di Salvini. Però, mi pare di intuire che il leader leghista abbia perso un po’ di tocco magico.
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