A livello nazionale interessante intervista sulla riforma fiscale
La quotidiana lettura dei giornali regala sempre spunti interessanti. In questo periodo a farla da padrone è la politica. Sia a livello locale che nazionale. In quest’ultimo caso non è assolutamente una novità.
In ambito locale è il tema al centro del dibattito. Domenica prossima si voterà di nuovo e per Cesena il ballottaggio è una novità in assoluto. Non è un caso che in molti chiedono chiarimenti su come fare. Su cosa bisogna barrare. Forse sarebbe utile che il Comune spiegasse bene le cose e dicesse ai rappresentanti di seggio di dare ulteriori spiegazioni.
La settimana che si è appena conclusa è stata molto intensa. Era quella delle trattative per i possibili apparentamenti. A tenere banco era la posizione di Cesena siamo noi, tirata per la giacchetta da entrambi i candidati. Ieri la lista guidata da Vittorio Valletta ha annunciato che resterà neutrale. La scelta più logica e coerente anche se comporterà avere meno consiglieri comunali e non sedere in giunta. Chi sembra averla presa meglio è Lattuca che ha avuto un approccio più zen. Rossi, invece, brandito lo spadone accusando Lattuca di essere stato un Pinocchio e aver messo in giro le voci di offerte di poltrone che lui non aveva fatto. Nell’ultima settimana ci divertiremo. Non è escluso che il fair play che sostanzialmente c’è stato fino ad ora cominci a farsi benedire. Un test sarà il faccia a faccia di domani sera organizzato dal Corriere cesenate.
A livello nazionale personalmente la tiritera sulla tenuta del governo non la reggo più. Come non mi pare particolarmente interessante la vicenda delle anticipazioni giornalistiche sulla lettera da inviare alla Ue. Sono cose sempre successe e che sempre succederanno. Non si può pensare che i cronisti lavorino solo con delle veline.
Oggi, invece, mi ha colpito un’intervista che La Stampa ha fatto con l’economista Luigi Zingales, docente dell’Università di Chicago. È a pagina sei. Secondo me meritava molto di più del taglio basso. Secondo Zingales l’Italia è in un equilibrio instabile e bisogna stare attenti anche a quello che si dice. Ha aggiunto che si rischia una crisi del debito per quelli che Keynes chiamava “animal spirits”. Poi ha condiviso l’allarme lanciato da Visco, governatore della Banca d’Italia, sui problemi provocati dai ritardi nel digitale nelle industrie e nelle banche.
Poi ha parlato di flat tax dando una sua versione. Innanzitutto critica l’aliquota unica e ne propone tre. Poi suggerisce quella che lui ritiene la vera riforma fiscale: “Si possono introdurre tre aliquote più basse e eliminare le spese fiscali – quelle centinaia di favoritismi (detrazioni ndr) introdotti nei quasi 50 anni della riforma fiscale – che valgono 54 miliardi. Un’operazione simile la fece Reagan nel 1986, fu un successo. Sarebbe una riforma rivoluzionaria. Ma l’Italia ha bisogno di un’altra cosa: regole applicate in modo uguale a tutti”.
Di certo è un tema interessante. Fra l’altro potrebbe essere una delle strade battute per intero o in parte da Salvini. Per ora sono agnostico.
Zingales poi conclude affermando che il debito per l’Italia è un vero problema, ma il vero problema è la crescita zero e la bassa inflazione che dovrebbe essere al due per cento. Infine si dice preoccupato per quando terminerà il mandato di Mario Draghi alla guida della Bce.
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