Alle venti il via alla notturna, appuntamento più atteso dai podisti cesenati
Finalmente. Attaccare un articolo con un avverbio non è il massimo. Però questa volta si può, anzi, si deve fare. Perché finalmente la ritengo la definizione migliore per sottolineare l’avverarsi di un fatto da tempo desiderato e atteso. E per un podista cesenate la notturna di San Giovanni è la corsa. L’appuntamento dell’anno.
Certo, partire e arrivare in centro in un momento (il via è alle 20) affollato, oppure attraversare zone molto frequentate come Case Finali e Ponte Abbadesse sono stimoli importanti. Ma non c’è un motivo particolare alla base del fascino della notturna. La San Giovanni è l’appuntamento classico per eccellenza del podismo cesenate perché negli anni si è conquistata un blasone che va ben oltre la selettività del percorso.
Si parte da piazza della Libertà e si torna a dirigersi verso Porta Santi affollando i corsi Garibaldi prima e Comandini poi. Quindi si scende da via Fiorenzuola e la discesa invita ad allungare il passo. La salitella del dosso successivo non crea problemi. Quindi si imbocca la Rio Marano. Sono circa tre chilometri da non sottovalutare in quanto in leggera, ma costante salita. Sono “pericolosi” in particolare se c’è il vento contrario. Poi non possono essere sottovalutati perché precedono sua maestà: la Ridolfi. Una salita spaccagambe di poco meno di un chilometro.
È il Mortirolo del podismo cesenate. Una salita dove non è possibile rifiatare e con il fondo sconnesso più adatto al trail che non alle podistiche classiche. In moltissimi (i più scarsi, come me) la camminano tutta o in parte. Riuscire a correrla tutta però ne ho sempre fatto un motivo d’orgoglio. Per fortuna alla fine c’è il rifornimento. I primi lo prendono al volo, i più competitivi si fermano per pochi secondi. Gli scarsi anche un minuto.
Poi, giù in picchiata fino a Ponte Abbadesse passando dai Gessi piccoli discesa dove bisogna spingere evitando però un pericoloso fuori giri. Quindi circa due chilometri prima di arrivare alla salita che porta alla rocca, altro tratto piuttosto difficile, anche perché fatica e acido lattico iniziano a farsi sentire. Quindi la discesa di via Malatesta a circa un chilometro dalla fine. I migliori continuano a spingere al massimo, gli scarsi la usano per rifiatare in vista dello sprint finale. Chi non ne ha più (in molti) vuole risparmiarsi per dare il massimo quando da via Tiberti si svolta a sinistra, di fronte a piazza della Libertà. A quel punto mancano poche centinaia di metri. Gli ultimissimi transennati (e con tanta gente) che ti fanno pensare di essere un podista vero. Poi il cronometro e il mal di gambe ti riportano alla realtà che è una, indivisibile e insindacabile: sei un grande appassionato che corre per stare bene e che per la San Giovanni chiede al proprio fisico qualcosa di più. Obiettivo: finirla in meno di un’ora. Non sarà facile. Molto dipenderà dall’umidità. Buon divertimento.
Questo post è stato letto 156 volte