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Rifondazione non smobilita

Intervento di Jacopo Rinaldini : "Cesena ha bisogno di una rappresentanza comunista"

Rifondazione comunista non smobilita. Anzi, prosegue il suo impegno sul territorio. È questa l’estrema sintesi di una nota di Jacopo Rinaldini.

Jacopo Rinaldini

Non è affatto nostra intenzione arrenderci

E’ vero, alle amministrative non siamo riusciti a costruire una lista di sinistra unitaria, ma è un passaggio, questo, che ci ha permesso di fermarci e riflettere su ciò che abbiamo intenzione di fare.

“Che fare?”, si domanderebbe Lenin?

Ebbene, nostro proposito è quello di implementare la lotta sul territorio, facendo sentire la presenza dei comunisti, i quali sono numerosi, però faticano a trovare una adeguata rappresentanza. Dobbiamo ripartire dalle vertenze sindacali e stringerci attorno a tutti quei lavoratori che vengono quotidianamente vessati, e trattati a guisa di merci, da padroni che ambiscono unicamente ad aumentare fatturati, sfruttando la loro forza lavoro tramite contratti ben al di là del limite della decenza; non è più una condizione dei salariati, degli operai, ma “tale modus operandi” è diventato trasversale, poiché tocca gran parte dei lavoratori del settore terziario.

Siamo tutti proletarizzati, uniamoci, riprendiamoci integralmente quelle tutele e quelle garanzie che ci sono state tolte da chi ha fatto gli interessi del grande capitale sulla pelle delle masse lavoratrici: possiamo farlo anche a Cesena.

I frazionisti sono nemici dei comunisti: si lotta e si vince solo se si va avanti tutti insieme, ricreando, tassello dopo tassello, le premesse per una nuova lotta di classe.

Non accettiamo questo stato di cose e Cesena ha fortemente bisogno di una rappresentanza comunista, la quale a gran voce difenda i diritti civili e sociali dei cesenati, si batta contro la continua e sistematica distruzione del patrimonio naturale che ci è rimasto e si impegni con tutta se stessa in un’operazione di ridistribuzione della ricchezza, perché, sì, i comunisti ambiscono a togliere a chi ha in eccesso e ridistribuire a chi non ha: noi la chiamiamo giustizia sociale.

Siamo incrollabili internazionalisti: pertanto, con buona pace del Ministro degli Interni, saremo sempre in prima fila a fare scudo con i nostri corpi a tutti i gli esseri umani trattati ingiustamente da uomini ingiusti al servizio dei potenti, che traggono vantaggio dalle divisioni degli sfruttati, dei salariati, degli ultimi.

Nostro compito è quello di sanare le fratture provocate da costoro e costruire una città che sia davvero multietnica, multiculturale, inclusiva, nella quale l’unica bandiera che sventoli sia quella dell’eguaglianza.

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