Renato Lelli (Pri) boccia la provincia unica
Provincia unica romagnola: inutile unire tre debolezze. Questo il pensiero di Renato Lelli, Pri. La nota.
Mario Mazzotti neo Presidente di Legacoop Romagna dedica un capitolo della relazione che ha tenuto al recente congresso dello stesso ente alla necessità di fondere le tre province Romagnole (Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena) per creare il cosiddetto Provincione (la Provincia Romagna). E’ vero che oggi abbiamo tre enti svuotati di risorse e personale, frutto della pasticciata riforma Del Rio che è rimasta a metà del guado una volta che i cittadini italiani hanno bocciato il progetto di riforma costituzionale voluto da Renzi che tra le altre modifiche prevedeva appunto la cancellazione delle Provincie come ente intermedio. Come è altrettanto vero che il governo ha su questo tema – nella stessa misura di tanti altri – una divisione profonda tra chi pensa di abolirle (i 5 stelle) e chi pensa al suo rilancio (la Lega) e non trovando soluzione al problema – che comunque và affrontato in un verso od in un altro – lo risolve mettendolo da parte.
Stà di fatto che pensare che la soluzione sia l’uno per tre ossia l’unione di tre debolezze non risolve i problemi di un livello amministrativo oggi privo di ruolo effettivo e comunque in enorme difficoltà ad esercitarlo vista l’inadeguatezza di mezzi.
Come diciamo da tempo occorrerebbe ridurre il numero delle Regioni, assegnando alle stesse compiti di programmazione e di legislazione nelle materie assegnate, semplificare i livelli di governo ed abolire delle regioni a statuto speciale, oggi prive di senso. La priorità è quindi quella di un grande progetto di riassetto del sistema di governo locale che investa anche i livelli più bassi (con l’abolizione delle Province, l’accorpamento dei Comuni e la creazione di città metropolitane in territori omogenei e non solo nelle grandi città).
In tale logica la Romagna ha bisogno di un ente di programmazione che unifichi le strategie delle città che ne fanno parte, risolva problemi complessi che sono comuni a tutto il territorio, sia dotato di strutture adeguate sia economiche che di struttura in grado di dare risposte. E questo non può che essere la città Metropolitana Romagnola, in cui ogni comune fa sistema lasciando perdere i campanili, vera iattura delle nostre terre. Noi l’abbiamo proposta da tempo e ne abbiamo fatto elemento di base per costruire le alleanze di governo delle nostre città e su di essa abbiamo ottenuto attenzione da parte degli alleati.
Adesso è il tempo di impegnarsi per mettere in pratica le promesse e sono certo che coloro che ci rappresentano nei vari comuni sapranno portare a casa il risultato migliore per le nostre comunità ed in funzione di un interesse generale che deve essere obbiettivo di tutti.
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