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Premio Bancarella, la mia classifica

Come una famiglia e Évelyne i miei preferiti

A fine settimana si conoscerà il vincitore di questa edizione del premio Bancarella. Questi i sei libri finalisti: Dove il destino non muore, Elisabetta Cametti (Cairo); Il ladro gentiluomo, Alessia Gazzola (Longanesi); Preludio a un bacio, Tony Laudadio (NN Editore); Prima che te lo dicano gli altri, Marino Magliani (Chiarelettere); Évelyne, Marco Scardigli (Interlinea); Come una famiglia, Giampaolo Simi (Sellerio).

Di primo acchito ero stato molto critico sulla scelta dei libri finalisti. Poi, a bocce ferme, ho leggermente rivisto il mio giudizio. Comunque non è positivo, ma neppure negativo come all’inizio. Quelli dello scorso anno, ad esempio, erano migliori. I miei preferiti sono due: Come una famiglia ed Évelyne. Con una leggera preferenza per il primo. Rispetto all’altro ha più ritmo e vi entrano in campo tanti personaggi. Sviscera molti retroscena del dorato mondo del calcio, una sorta di eldorado per molti ragazzi, i cui genitori farebbero carte false pur di vederli decollare, mentre si rivela violento, falso e ingiusto. È anche un libro di costume pieno di cellulari e di un mondo in cui galleggiano imprenditori e finanziatori senza scrupoli. Però ci sono un paio di passaggi inverosimili soprattutto per un giornalista esperto come Simi. Non sempre il fine giustifica i mezzi.

Évelyne è più semplice, più lineare. È una storia ambientata a Novara in piena Belle Époque. Un mystery che ruota attorno ad un ristretto numero di personaggi ben descritti dall’autore e fatti muovere con maestria. La trama è ben congegnata. Nonostante il genere, un volume rilassante. Ci si lascia trasportare dalla lettura.

Anche il Ladro gentiluomo è una lettura gradevole anche se come storia non è niente di eccezionale. Però Alessia Gazzola è un’ottima penna. Non è il mio genere preferito, ma ogni tanto qualche capatina ci si può anche fare. Soprattutto dopo aver letto una serie di volumi intensi. La accomuno ad Andrea Vitali, altro autore con uno stile leggero, ma divertente e rilassante. Alessia Gazzola inoltre è da apprezzare per la modestia. L’ho incrociata due volte e ne ho apprezzato il carattere. 

Dove il destino non muore è blasonato ed accompagnato da buone recensioni. Mi aspettavo di più. All’autrice va riconosciuta una grande capacità di scrittura e la costruzione di una trama articolata e con un ritmo vigoroso. Però non mi ha conquistato. Anche perché ci sono troppi passaggi inverosimili. È vero che il libro è narrazione e non può essere cronaca, ma dovrebbe essere il più possibile aderente alla realtà. Mentre Elisabetta Cametti si è concessa troppe licenze poetiche.

Preludio ad un bacio è una storia di una rinascita in crescendo, una corsa verso una felicità inafferrabile, ma comunque capace di dare senso a una vita intera. La trama non è impegnativa anche se un po’ intricata ed è scritta  bene. Durante la lettura ho avuto sensazioni contrastanti. L’inizio è stato buono. Non altrettanto il prosieguo. In alcuni frangenti si è accompagnato stancamente. Il finale è imprevedibile.

Prima che te lo dicano gli altri è caratterizzato da una cifra stilistica distintiva, quella del suo autore. Di suggestioni b ne offre molte, è molto bravo nella descrizione di piccoli dettagli tecnici. Il romanzo è articolato in due parti. La prima si dipana in un paesino della Liguria. La seconda in Argentina. 

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