Il neo sindaco inizia a caratterizzare la legislatura
Partita la nuova sindacatura. È presto per dare un giudizio. Quello definitivo potrà essere dato solo fra un po’ di anni. Il primo bilancio però sarà un test importante. L’ho sempre considerato tale e non c’è niente che mi abbia fatto cambiare idea: la prima manovra economica è quella che incanala la legislatura.
Intanto Lattuca qualche segnale però lo ha mandato. Non si può parlare di discontinuità con il passato. Quando c’è un cambio fra due sindaci che hanno la stessa cultura politica non ci può essere discontinuità. Resta però il fatto che ogni sindaco cerchi di dare una propria impronta alla legislatura. E questo può avvenire con atti più o meno importanti. Alcuni di questi sono già stati presi. Sia con parole che con atti concreti. Solo il tempo dirà se le decisioni sono state più o meno giuste. Nessuno però può accusare Lattuca di immobilismo.
L’ultimo atto, in ordine di tempo, è la convocazione di un tavolo che porti alla sottoscrizione di un patto per il lavoro a livello cesenate. Amministrazione comunale e parti sociali si sono incontrate ieri per la prima volta e l’intenzione del sindaco è quella di chiudere entro l’anno. Anche in questo caso il giudizio è sospeso in attesa non solo dell’atto finale, ma anche di come il patto sarà declinato sul territorio e di quali effetti produrrà.
È ovvio, quando un’iniziativa viene pretsentata è infarcita di buone intenzioni. Nel caso specifico sono quattro gli obiettivi individuati dall’amministrazione comunale. Tutti condivisibili. Però è il primo che mi stuzzica in modo particolare: creare le condizioni favorevoli – attraverso l’elaborazione di una infrastruttura educativa e formativa – per la costituzione ed il radicamento, nel nostro territorio, di imprese che facciano dell’innovazione e delle produzioni ad alto valore aggiunto la cifra fondamentale per la concorrenza in scenari sempre più globali.
Quella è e deve essere la madre di tutte le battaglie. Il futuro del territorio passa attraverso l’innovazione. Ne parlava Edoardo Preger più di vent’anni fa quando, fra l’altro, cercò di portare un centro studi della Motorola a Cesena. In questi anni Cesena non è stata ferma. Iniziative ne sono state fatte. Cesenalab è una di queste, ma sarebbe un errore considerarla l’unica. Però ancora molto c’è da fare per arrivare al punto di migliorare il livello di high tech della nostra produzione per portarlo allo standard necessario per competere con i territori più avanzati.
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