Il percorso nella storia
Orazio Moretti ricostruì anche gli aspetti storici della vicenda mettendo in evidenza come il tratto di percorso tra il Palazzo del Diavolo e Dovadola è descritto in dettaglio da Giovanni Mini basato sulla testimonianza diretta di suo padre Francesco ancora vivente nel 1907, anno della pubblicazione del libro. Francesco aveva attivamente partecipato di persona all’accompagnamento dei fuggiaschi sulla strada per Dovadola. E quando morirà quasi centenario la Comunità di Castrocaro lo ricorderà nel manifesto pubblico, di cui un originale è conservato nel Fondo Piancastelli della Biblioteca Aurelio Saffi di Forlì. Garibaldi trascorre l’intera giornata del 16 agosto al Palazzo del Diavolo, impaziente di proseguire la, fuga per cercare di raggiungere un luogo pìù sicuro negli Appennini. Il Bassetti cercò di assecondarlo e, secondo quanto scrive Mini: “… pensò di confidare nell’amicizia e nel patriottismo del signor Anastasio Tassinari della Badia di Dovadola, per poi mandarlo al Verità. […]
Intesosi pertanto il Bassetti con lui a mezzo di una lettera confidenziale (speditagli per il colono del Palazzo del diavolo, Domenico Casadio, che, dietro il suggerimento di Garibaldi istesso, nascose entro una delle proprie scarpe, e dove poi alla sua volta rimise la risposta del Tassinari), che si sarebbe adoperato per mettere ad effetto il seguito dell’ardita impresa, mandò tosto ad avvertire gli amici Francesco Mini, Gaetano Fiorentini, Michele Ravaioli di Castrocaro, e Luigi Tassinari, detto Ceraccia, di Terra del Sole, addetti alla trafila locale, di convenire alla spicciolata presso di lui al Palazzo la sera del 17 dello stesso mese. […]Quivi fu convenuto, che il Fiorentini e il Tassinari (di Terra del Sole) andassero a ispezionare le strade per le quali dovevano passare il Mini e il Ravaioli coi due proscritti, e, in caso di pericolo, uno di loro ritornare addietro, simulando di separarsi e di salutarsi, e così fecero … […].
Poco dopo l’avemaria dello stesso 17 (venerdì), Garibaldi col compagno Leggiero, accommiatandosi 8dal generoso suo ospite, […] e, discendendo col compagno e con le due guide castrocaresi la scorciatoia del poggio su cui è posto il Palazzo, ben presto si trovarono sulla vecchia Strada Regia.
Per non passare entro Terra del Sole, la comitiva tenne il sentiero, che in quel tempo era presso le mura dalla parte settentrionale del paese: percorse la remota via della Biondina – Santa Reparata – Vigne della Fratta: penetrò entro Castrocaro, simulando, lungo la traversata del paese, di parlare dei prodotti agricoli e delle industrie, che più erano in uso nella Valle del Montone, e proseguì la Strada Regia (denominata entro la Terra, Piazza di Sotto – Piazza di Sopra e Via degli Steccati) che si avanza verso Dovadola, senza che la polizia e gli stipendiati segreti (che non mancano mai in ogni tempo e in ogni luogo di confine) ne avessero il minimo sentore. […].
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